Feltri: “Non siamo di fronte alla decadenza di PD e M5S, bensì al loro decesso. Ormai serve solo stabilire la data del funerale”.

di Vittorio Feltri. Gli sconfitti minimizzano: sottovalutano la débâcle in Umbria perché in fondo trattasi di una piccola regione non significativa della situazione nazionale. La sinistra, tanto per cambiare, non ha percepito nulla dell’ultima tornata elettorale, ed è convinta di essere inciampata in un sassolino, invece, ha preso una zuccata tremenda contro una roccia.

Un colpo duro da cui difficilmente si riprenderà. Il flop di domenica scorsa non è un incidente della storia ma simboleggia la fine della storia progressista, cioè degli ex comunisti e degli ex democristiani. I quali ora devono rendersi conto di dover celebrare il fallimento della loro antica politica somigliante ai rimasugli di quella della Prima Repubblica. Se crolla la roccaforte umbra del marxismo e del compromesso storico, significa che è morto e sepolto un modello in apparenza immortale.

Si volta una pagina e se ne scrive un’ altra. Il popolo bue capisce in ritardo però capisce: adesso è consapevole che sia il Pd sia il M5S non interpretano le sue esigenze e pertanto non vanno votati e nemmeno ascoltati. Sono fuori gioco, distaccati dalla attualità.

Non siamo di fronte all’inizio della loro decadenza, bensì al decesso. Ormai serve solo stabilire la data del funerale ed elaborare il lutto mediante una rifondazione ideologica.

Quello dei grillini è stato un rapido suicidio provocato da insipienza e incapacità amministrativa, mentre la dipartita dei democratici ha origini diverse. Essi hanno tradito i supporter spostando il proprio interesse dalle classi operaie alle élite snobbette, dalle case popolari ai palazzi urbani di lusso, ricchi e sofisticati.

Le masse hanno avvertito la sterzata con molto ritardo, tuttavia alla fine hanno intuito di essere state tradite e si sono rivolte a partiti ruspanti eppure più sensibili, come la Lega e Fratelli d’Italia. La spiegazione del tracollo cosiddetto progressista è tutta qui. Aggiungiamo che l’avanzata del centrodestra, più destra che centro, non cesserà finché le sarà concesso un vasto territorio ove pascolare indisturbatamente.

Le polemiche sul Mojito di Salvini e sulla chiusura dei porti non fanno che accrescere il senso di fastidio nella gente comune, vogliosa di ordine e irritata dall’invasione degli immigrati.

Chi non comprende questi concetti elementari ha le fette di salame sugli occhi. Noi non pretendiamo di dare consigli alla sinistra, il cui declino anzi ci rallegra, semplicemente la avvertiamo per completezza di informazione, che si è chiusa un’epoca in cui la retorica dell’accoglienza, per dirne una, non ha più diritto di cittadinanza in una società complessa, stanca e bisognosa di essere liberata dal giogo delle tasse che impedisce alle imprese di fare il loro mestiere, cioè di produrre e creare benessere.

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2 Responses

  1. Gino B ha detto:

    Il Pd è il secondo partito, ma carissimo il mondo non ricorda mai i Secondi, ma soltanto chi arriva per PRIMO!

  2. Giacomo - TO ha detto:

    La mia impressione e non è un’impressione è che il PD sia ad oggi il II°Partito di Italia.
    Sono lustri, ripetolustri che il PD è determinante in un modo o nell’altro nell storia politica italiana.
    Nonostante le vittorie del centrodestra, il PD resta il 2°partito d’Italia. Questo non mi entusiasma ma è la realtà. Il PD ha tutto un corollario di sostegno: Associazioni di vario tipo, sindacato,…ha una organizzazione ed una presenza sul territorio.
    L’Italia è a mio avviso un Paese conservatore in politica, lo dimostrano i fatti.
    L’avanzata della Lega è legata al suo leader, ma se la forza si basa solo su un Leader non bisogna cantare vittoria ma attendere gli eventi. Ho seri dubbi che questo Parlamento voglia alzarsi dalle poltrone ed andare ad Elezioni. Comprendo umanamente la preoccupazione di tanti parlamentari, se non sono rieletti tornare al lavoro se ce l’hanno, altrimenti tornare all’anonimato. Io in ogni caso non darei per defunto il PD che risorge sempre come l’araba fenice.

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