Feltri, Brugnaro ha ragione Bisogna sparare a qualsiasi terrorista.

di Vittorio Feltri. Ce l’hanno a morte con il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, perché a Rimini, durante il meeting di Comunione e Liberazione ha pronunciato una battuta paradossale. Questa: “Il primo che in piazza San Marco urla Allah Akbar lo abbattiamo dopo tre passi”. È chiaro: il primo cittadino serenissimo intendeva dire che i terroristi meritano di essere stecchiti e non accolti, come invece avviene spesso, per cui non capisco perché debba essere redarguito.
Mi sembra evidente: conviene sparare a un bastardo piuttosto che farsi sparare da lui. Dov’è lo scandalo? Ma sul Corriere della Sera, non su un bollettino parrocchiale qualsiasi, Dario Di Vico, firma di rilievo, ha tirato le orecchie a Brugnaro, accusandolo di aver fatto la pipì fuori dal vaso. Gliene ha tirate di ogni colore, anche di aver infranto le buone regole dell’eleganza linguistica. Secondo l’editorialista di via Solferino, il sindaco avrebbe fatto meglio ad attenersi alla compostezza della maggioranza degli europei, spagnoli in particolare, i quali, dopo l’attentato di Barcellona, hanno dichiarato di “non derogare dai principi e i valori tipici delle democrazie occidentali ma anche dalle nostre piccole abitudini quotidiane”. Mi pare che quelli espressi da Di Vico siano luoghi comuni, banalità retoriche peggiori delle intemperanze verbali di Brugnaro. Ormai chiunque canta in coro di non aver paura dei terroristi e di non voler mutare costumi, ma di seguitare a campare come sempre, rinunciando a difendersi con misure eccezionali. Non è una scelta molto intelligente, perché bisogna distinguere tra il panico e il timore. Il primo è nocivo poiché fa perdere la testa. Il secondo, viceversa, serve in quanto induce a organizzare una difesa da chi intende colpirti. In fondo, nella sua brutale schiettezza, il sindaco di Venezia afferma che è indispensabile usare le armi.Chiamatelo scemo. Di Vico insiste. E scrive: “…fra i turisti di tutto il mondo non si sono registrati episodi di isteria o reazioni immotivate. Abbiamo saputo rimanere al nostro posto, angosciati ma determinati a non cedere. Proprio per questo motivo davanti alla maturità di una intera comunità nazionale, suona irresponsabile la deriva di coloro che dovrebbero dare l’ esempio”. Quale esempio, quello di subire le soperchierie degli islamici, coloro che massacrano folle di cristiani, che schiavizzano le donne, che elevano il Corano a legge? Queste sono le bischerate che vanno censurate non quelle di Brugnano, al quale sta a cuore l’incolumità dei propri cittadini, a costo di fare fuoco – magari lo facesse – contro gli assassini che agiscono in nome di Allah. Proteggere il popolo dagli attentati è un dovere degli amministratori pubblici, i quali, se del caso, è giusto che premano il grilletto. Chi non si predispone alla emergenza terrorismo, adottando misure speciali e mutando abitudini, si candida a morire ammazzato. Non comprendere questo concetto elementare significa offrirsi al sacrificio, rassegnarsi allo strapotere dei pessimi musulmani che hanno in mente di volerci eliminare.

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