Federico Pizzarotti, ecco perchè lascio il MoVimento5stelle.

Dalla conferenza stampa di Federico Pizzarotti. Sono sempre stato un uomo libero, da uomo libero non posso che uscire da questo Movimento 5 Stelle, da quello che è diventato oggi e che non è più quello che era quando è nato. Senza Beppe Grillo non sarei mai arrivato qui, non mi sarei mai alzato dal divano, ma questo non è il Movimento che conoscevo.
Non sono cambiato io, o i nostri ideali, è cambiato il M5s. È mancata la coscienza critica, l’ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore. In tante parti d’Italia siamo stati consumati da arrivisti ignoranti che non sanno cosa vuol dire amministrare: vogliamo governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire governare. Quando il Movimento è nato eravamo persone libere, critiche, volevamo far entrare le telecamere all’interno nei consigli comunali. Adesso siamo quelli dei direttori, nominati, perché nessuno ha avuto la possibilità di candidarsi o di intervenire sulle scelte i cui componenti sono stati ratificati dalla rete con il messaggio ‘questi sono i più belli, come facciamo a non votarlì. Volevamo aprire le stanze e invece le abbiamo chiuse. È evidente che non si sia voluta ricomporre una situazione che poteva essere ricomposta, a me è stato vietato di sedere intorno a un tavolo, parlare per trovare soluzioni. Non dovete chiedere a me perché non è stato fatto. Da quando il procedimento è stato archiviato nessuno ancora mi ha chiamato. Oggi siamo al 144 giorno dalla sospensione illegittima, che non è prevista dai regolamenti e io non ho sentito nessuno. Ho pagato per aver messo la mia città davanti al M5s e questo lo rifarei mille volte. Manca una rete di amministratori, non si vuole imparare dalla propria storia. Io voglio rappresentare quello che avremmo potuto essere. Da ‘mettiamo in streaming tutto’ a ‘non mettiamo in streaming niente’. E nonostante i risultati che abbiamo raggiunto nell’amministrazione nessuno nel Movimento 5 Stelle vuole usare la nostra esperienza. Non siamo riusciti a fare rete, il Movimento questo concetto se l’è dimenticato. Io non credo nei partiti personali, non credo che ci sia il salvatore della patria, non lo può fare Renzi, Salvini, Berlusconi, non lo può fare nemmeno Grillo: è una sconfitta avere un capo politico, poi ci può essere persona rappresentativa, ma da soli non si va da nessuna parte. La parola movimento è giusta perché è orizzontale, ma si ha sempre avuto paura di darsi un’organizzazione, che non vuol dire una struttura verticistica, ma sapere chi chiamare quando devi fare qualcosa senza che nessuno si offenda. Sette anni fa a Firenze e al teatro Smeraldo ci si incontrava e ci si guardava in faccia, poi non lo si è più fatto. Forse per paura di togliere potere alla Casaleggio? Ma noi dobbiamo far crescere la Casaleggio o il Movimento?

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *