Evasione fiscale, problema culturale.

di Redazione. Fare una stima precisa dell’evasione fiscale in Italia è quasi impossibile, tanto è il sommerso. Comunque, euro in più o in meno, si valuta che la somma evasa si aggiri sui 130 miliardi di euro all’anno. Praticamente una cifra pari a più di quattro manovre finanziarie, se si considera che quella appena varata dal governo gialloRosso ammonta a circa 30 miliardi di euro!

Ma questo cancro non si combatte con un’aspirina, ci vuole qualcosa di più forte!

L’evasione, l’elusione, il pessimo rapporto che la stragrande maggioranza degli italiani ha con il fisco è un problema culturale. Chi non paga le tasse, infatti, non sempre lo fa per necessità economiche. Solo in alcune rare eccezioni capita che l’importo che si dovrebbe versare nelle casse del fisco sia pari o addirittura superiore a quanto si guadagna.

Infatti, chi non paga lo fa soprattutto perché ritiene che le tasse siano soldi buttati, perché a fronte dei pessimi servizi offerti dallo Stato, pagarli sarebbe solo una perdita di denaro.

Poi però se l’evasore seriale ha un problema di salute si rivolge alla sanità pubblica, se ha dei figli li manda alla scuola pubblica e, seppure mal ridotte e dissetate, percorre le strade statali e fruisce dei servizi e delle infrastrutture pubbliche pagate dal resto della collettività: i “soliti fessi”. Ovvero, quella categoria di italiani che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, forse non perché sono tanto più onesti degli evasori, ma perché non hanno nessuna possibilità di fare diversamente, in quanto il fisco gli detrae quanto dovuto direttamente alla fonte: busta paga e pensione.

Insomma, se non si entra nella logica che pagare le tasse è cosa buona e giusta in una società civile che voglia garantire benessere a tutti, non se ne esce.

Chi non paga le tasse è come chi scende in piazza con Greta per difendere l’ambiente, ma poi non rinuncia alla propria auto perché i mezzi pubblici non funzionano o a piatti e posate di plastica perché troppo comodi e insostituibili.

E’ il cane che si morde la coda. Ma se mai si comincia mai si parte.

E’ altresì scorretto pretendere che i “soliti fessi” – oltre a pagare le tasse di chi evade – si debbano sostituire alle autorità competenti, per far pagare gli evasori costringendoli a fare gli “sceriffi” ad ogni spesa!

E allora come se ne esce?

Con una riforma strutturale del “Sistema Italia”, che parte dalla scuola, dalla famiglia, dal lavoro, dalla politica con la “P” maiuscola, da quella gente per bene e onesta che è maggioranza nel paese, ma che è troppo spesso silenziosa e rassegnata al meno peggio.

Il vero “cambiamento” non è quello propagandato dai partiti, ma quello che viene dal basso, da ognuno di noi!

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5 Responses

  1. Marco A. ha detto:

    Pagare il caffè con il bancomat costa 40 centesimi in più: la rivolta dei baristi!

  2. Rex ha detto:

    Caro Giacomo, purtroppo l’italiano è un cittadino che va controllato pure quando va in un cesso pubblico… siamo un popolo incivile, maleducato e basta entrare in un cesso pubblico per sapere come sono fatti gli italiani!

  3. Giacomo ha detto:

    La lottta al contante nasconde un desiderio”controllare il Cittadino”. Dove spendi, quanto spendi, come spendi. Una persona deve RENDERE CONTO di come spende il suo denaro. Non è lotta all’evasione, è puro e semplice controllo del Cittadino. La lotta all’evazione la si fa permettendo di scaricare tutto, allora si che sei sempre obbligato a chiedere lo scontrino. Poter scaricare tutto.
    Il FISCO è un potere sempre più invasivo e pesante. Oggi lavoratori e pensionati non possono evadere, primo per le trattenute alla fonte, secondo perchè pensioni e retribuzioni sono al palo.
    L’inflazione è ben al di sopra dei dati ufficiali.

  4. diego fusaro ha detto:

    La grande evasione non è quella del piccolo ceto medio che evade per sopravvivere, la grande evasione è quella delle multinazionali che evadono a norma di legge perché pagano il 5% quando va bene e utilizzano i paradisi fiscali. Il governo giallofucsia asseconda il sistema finanziario, tanto è vero che vuole tassare il contante tutelando il ceto bancario.

  5. sgarbi ha detto:

    Show di Vittorio Sgarbi da Myrta Merlino a L’aria che tira su La7: “L’evasore è un patriota, che difende la sua attività e il suo Paese, arrestiamo Luigi Di Maio e Giuseppe Conte che non lavorano e distruggono l’Italia”, sbotta il critico d’arte: “Se tu arresti gli evasori questi non lavoreranno più quindi non pagheranno più neanche quel poco che pagavano”. “Per cui è bene non arrestarli ma farli lavorare di più”, sottolinea Sgarbi. Che quindi attacca il capo politico dei Cinque Stelle: “Soltanto un cretino dà dei soldi ben guadagnati a uno Stato in mano a disperati e incapaci che li buttano per gente che non ha mai lavorato come Di Maio”.

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