Estate cafona. La gente educata non resta più a guardare, ma passa all’azione!

di Cinzia Marongiu. Maleducati, incoscienti e, spesso, impuniti. L’estate cafona anche nel 2017 sta dando il peggio di sé. I turisti, italiani o stranieri che siano, non rispettano il Bel Paese e i luoghi prescelti come mete delle loro vacanze e si permettono “prodezze” che a casa propria con tutta probabilità non si sognerebbero mai di fare. Ogni giorno le cronache locali ci regalano “perle”, trasversali alla provenienza geografica di chi le compie, così come del luogo eletto a teatro
della maleducazione di turno. C’è la turista dallo spiccato accento lombardo che in una candida spiaggia del Sulcis, in Sardegna pensa bene di gettare nell’acqua cristallina del mare l’olio di una scatoletta di tonno, prima di sotterrare la stessa nella sabbia. Da Venezia rispondono quattro ragazzi belgi che scambiano il Canal Grande per una piscina e, denudandosi in strada, si gettano tra le acque della città lagunare. Roma naturalmente sta al passo con i “mala tempora” e anzi li anticipa fin dalla primavera, quando, già ferita dall’incuria e dalla spazzatura abbandonata in ogni dove, vedeva la sua piazza Indipendenza, a pochi metri dalla stazione Termini, trasformarsi in triste alcova in pieno giorno per l’impudenza di un ragazzo di colore e di una donna intenti in un amplesso “en plein air”. Da Oltralpe arriva un video diventato subito virale postato da alcuni ragazzi milanesi che hanno immortalato la Valle Verzasca in Svizzera e l’hanno ribattezzata “le Maldive di Milano”. Peccato che gli abitanti e gli amministratori del Canton Ticino non ne siano affatto contenti e invitino i turisti italiani del mordi-e-fuggi domenicale a starsene a casa propria, perché “non abbiamo bisogno di turisti boriosi, maleducati, incivili, bifolchi e lerci”, come ha tuonato Alain Buhler, politico locale in una lettera aperta che argomenta così: “Se vado a fare un picnic all’aperto non mi aspetto che ci siano servizi di ogni genere, ma magicamente riesco sempre a lasciare un posto che visito come l’ho trovato al mio arrivo. Cosa che non posso dire per una fetta dei nostri vicini lombardi. Sì proprio loro, che spesso e volentieri dimostrano un tale livello di maleducazione da far trasalire il crimine anche agli individui più quieti”. Serve un altro esempio? Allora spostiamoci nella spiaggia di Jesolo: pieno giorno del 15 luglio. Una coppia si lascia andare a effusioni decisamente spinte e fa sesso in spiaggia, incurante dei bambini che giocano a pochi metri. Non basta. Dal Sud arrivano le prime contromisure. Gallipoli, la capitale del turismo salentino, stanca di essere presa d’assalto da orde di nottambuli chiassosi e di vacanzieri poco attenti al decoro urbano, ha stilato una sorta di decalogo del bravo turista che alberghi e strutture ricettive sono obbligati ad affiggere: si va dall’evitare il chiasso nelle ore pomeridiane e in quelle notturne, al non abbandonare la spazzatura per strada e a non sprecare energia ed acqua, tema di stretta attualità in questa Italia assettata del 2017. Cronache di ordinario malcostume che purtroppo affliggono l’Italia ogni estate. Anche se, a ben guardare, una novità c’è. E non è da poco. Perché nel mandare avanti l’orrido film della maleducazione turistica si scopre che finalmente non ci si limita a fare gli spettatori. La reazione è cominciata ed è in nome di parole in disuso come legalità, senso civico, rispetto ambientale. Così, ad esempio, la signora che svuota in mare l’olio della scatoletta di tonno, la finisce redarguita e umiliata da un bagnante sardo in canottiera e paglietta che, senza mai trascendere nonostante l’evidente rabbia, le ha impartito una lezione da manuale. “In Sardegna di turisti come lei non ne abbiamo bisogno, ha capito? Abbiamo bisogno di turisti rispettosi dell’ambiente. Cosa sta insegnando ai suoi figli?”. E ancora: “La spazzatura sotto la sabbia, brava, tanto poi arriviamo noi sardi, che siamo stupidi”. E infine: “La spiaggia è di tutti, e lei deve avere rispetto di tutti”. Una lezione di civiltà accolta da un grande applauso collettivo e dal silenzio della maleducata che per discolparsi, ha, se possibile, peggiorato la situazione: “E cosa dovrei fare? Portarmi la spazzatura a casa?”. Già, perché no?Così, forse incoraggiati dal bagnante sardo, forse esasperati dal solito vecchio film dell’estate cafona, le reazioni si vanno moltiplicando. Due giorni fa a Villasimius, la perla del Sud Sardegna con il suo mare turchese e la sua sabbia chiara come borotalco, un’altra turista “continentale” ha pensato bene di fumarsi una sigaretta sotterrando poi il mozzicone sulla spiaggia. A quel punto la reazione è stata immediata e i bagnanti hanno chiamato la Forestale. Insomma, la riscossa è iniziata. Non resta che smettere di lamentarsi e passare all’azione. Magari in canottiera e paglietta.

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