Esproprio di Stato. La casa alle banche in cambio di una pensioncina.

La situazione è più grave di quanto il “premier senza voto” voglia farci credere. La triste realtà è che milioni di italiani dopo una vita di lavoro e di tasse si troveranno di fatto senza pensione o con assegni di anzianità appena sufficienti a pagare un tozzo di pane e qualche bolletta. Così tra vent’anni gli italiani, o almeno quei fortunati che tra Imu, Tasi, Tari e bollette varie ancora ce l’hanno,
saranno costretti a svendere la propria casa di proprietà alla banca per ottenere in cambio una pensione integrativa con la quale tirare a campare. Insomma, questo è un Paese che accoglie ogni giorno migliaia di migranti garantendo loro vitto, alloggio ed extra, con i nostri soldi, ma che non sa assicurare una vita dignitosa ai cittadini italiani, usati come un bancomat. Un Paese governato da chi è dalla parte dei poteri forti e delle banche, e decisamente contro lavoratori dipendenti e pensionati. Un governo che infierisce a colpi di tasse e pseudo-riforme su stipendi e pensioni, che espropria le case dei pensionati e che lascia intatti i grandi patrimoni accumulati dalle mafie.Testimonianza lo è il provvedimento governativo in discussione in questi giorni alla Camera. Si chiama “prestito ipotecario vitalizio”, è riservato agli over 65. In Italia potrebbe interessare una ‘platea’ di circa 200mila over 65 proprietari di case. Funziona così: la banca fa stimare il valore di mercato dell’appartamento, accende un’ipoteca ed eroga una somma che varia tra il 18 e il 40% di quel valore a seconda dell’età e del sesso (cioè dell’aspettativa di vita) del proprietario. L’operazione è terminata e da quel momento cominciano subito a cumularsi gli interessi sulla somma erogata. Facendo alcune stime, il vitalizio può ammontare per un appartamento del valore di 300mila euro a circa 54mila euro se il proprietario ha 65 anni. In caso di un proprietario 80enne di un’abitazione del valore di 1,5 milioni di euro, può arrivare al 30% di quel prezzo, ossia a circa 470mila euro. Gli eredi del poveraccio avranno due opzioni: vendere la casa liquidando alla banca prestito e interessi, oppure reintegrare prestito e interessi decorsi fino alla morte del proprietario, e tenersi l’immobile.

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