Esiste un’Italia migliore. È da qui che dobbiamo ripartire.

L’Italia è sull’orlo del baratro. Lo si legge ovunque. Per taluni, invece, è già fallita da un pezzo, morta e sepolta. Come sempre accade, quando si estremizza, in medio stat veritas. Un dato è certo, non ce la passiamo un gran che bene. E la cosa più raccapricciante è che ancora si cerca la cura per salvare un malato che a furia di supposte e clisteri rischia veramente di passare a miglior vita. Le cure fin qui prescritte, non sono servite a niente se non a deprimere l’economia e a rallentare i consumi. I salari sono fermi da anni e i giovani non trovano lavoro. Pensioni e stipendi sono ridicoli rispetto al caro vita e gli italiani fanno davvero miracoli per sbarcare il lunario. Ma le cure non servono più. Il quadro clinico è grave, ma il paziente può ancora farcela a patto che venga portato con urgenza in sala operatoria per estirpare “il bubbone” che rischia di estendersi a tutto il Paese, fino a raggiungere anche i gangli vitali e renderlo cadavere. Ora però bisogna vedere chi avrà il coraggio di prendere il bisturi in mano, incidere ed estirpare il bubbone. 
L’Italia è allo stremo, ridotta in macerie da una classe dirigente incapace di governare e amministrare il Paese, al punto tale che persino ciò che ancora resiste allo tsunami della crisi rischia di finire nel baratro. Ma non tutto è perduto. Certo se ti guardi intorno il quadro è desolante: amici che perdono il posto di lavoro, negozi che abbassano le saracinesche, giovani, che non più tanto giovani, vivono ancora in casa a ricasco dei genitori. La realtà delle cose e gli studi di settore parlano chiaro. La crisi c’è, inutile far finta di niente. 
Eppure esiste anche un’altra Italia, che nonostante tutto, funziona ed eccelle nel mondo. Piccole e medie imprese, artigiani, professionisti che resistono alla crisi, per serietà, elevate professionalità e competenze, e che tengono ancora in piedi con il loro lavoro, fatto di alta qualità e grande specializzazione, l’intero Paese. Sono proprio loro quell’alito di vita che ancora non ci fa dare per spacciato il paziente Italia, e che ci da la speranza che possiamo farcela, che salvarsi dal baratro è ancora possibile. 
Un’altra Italia, un’Italia diversa da quella dei burocrati, dei politici, dei faccendieri, degli scandali e degli inciuci, esiste. Ed è quella che eccelle nel mondo, che lavora, produce, cresce e crea benessere e posti di lavoro. E’ l’Italia della gente per bene e onesta. L’Italia che da fiducia e speranza. L’Italia che guarda con positività e concretezza al futuro. Un’Italia competitiva e non passiva e rassegnata, protagonista del mercato globale, che non prospera su posizioni di rendita, che non si chiude a riccio nel mercato interno, ma si batte con successo sui mercati internazionali. E lo fa con intelligenza, caparbietà, inventiva, rinnovandosi ogni giorno, investendo in ricerca, sviluppo e soprattutto in crescita professionale e benessere dei propri dipendenti. Anche questo è l’Italia. Soprattutto questo è l’Italia. Ed è proprio da questa Italia che bisogna ripartire, se solo ci fosse una classe dirigente degna di rappresentarla e capace di tradurne l’esempio in atti amministrativi e di governo.

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