Emissioni di CO2: per salvare il pianeta staccate la connessione a Internet. di Emilia Urso Anfuso

di Emilia Urso Anfuso. Nell’esatto momento in cui questo articolo sarà pubblicato online, avrò dato un contributo di CO2 che sarà sparato nell’atmosfera terrestre. In che modo? Semplice: per utilizzare i processi informatici e per inviare e ricevere dati attraverso il web, è necessario usare i server. Un server, spiegato in maniera comprensibile a tutti, è un sistema che rende possibile l’elaboraz ione e distribuzione dei dati che vengono costantemente inviati e ricevuti.

Esempio: quando si invia una mail, non la affidiamo a un piccione viaggiatore. I dati viaggiano attraverso server fisici , hardware che fungono da centri di smistamento per far circolare l’enorme mole di dati circolanti sul web, e che prendono in carico la mail, la smistano e la veicolano fino a consegnarla– in tempi rapidissimi – al destinatario.

server, presenti massicciamente su tutto il pianeta, per poter lavorare devono essere alimentati elettricamente. E’ per tale motivo che la loro attività corrisponde a una massiccia emissione di biossido di carbonio/anidride carbonica.

Sapete quanta CO2 viene prodotta a causa dell’invio di una singola mail inviata e del peso di 1 Mb? 19 grammi. Se si pensa che una vettura genera 140 grammi di CO2 per ogni chilometro percorso, è facile comprendere la portata della gravità di quanto si stia facendo contro l’ambiente senza rendersene conto.

Non basta: ogni ricerca su Google, a sua volta, genera altro inquinamento ambientale per le emissioni di CO2. Lo dichiarò Joana Moll, che si è occupata di analizzare i dati sul traffico Internet relativo all’anno 2015. La Moll ci regala un dato allarmante: ogni secondo su Google si elaborano 47.000 richieste, per un totale di circa 500 Kg di emissioni di CO2. Al secondo. Se si riflette sul fatto che ogni giorno le richieste sul motore di ricerca più utilizzato sono oltre 3,5 miliardi, si conferma come circa il 40% delle emissioni di CO2 derivanti da Internet siano riconducibili a Google.

Sono, peraltro, dati approssimativi, dal momento che un’altra ricerca condotta dalla società di consulenza ambientale britannica Carbonfootprint, le emissioni per singola ricerca possono produrre da 1 a 10 chili di anidride carbonica.

Di fronte a tutto questo, appare ancor più ridicolo tutto ciò che viene detto e il poco che vien fatto per cautelare l’ambiente. In Italia si stanno divertendo a fare i salvatori del pianeta terra attraverso l’aumento delle imposte sulla plastica, come se aumentandone il costo si cancellasse – per magia – il suo utilizzo o la sua presenza.

Le battaglie ambientali di Greta? Generano milioni di tonnellate di CO2 a causa del imbalzo di notizie e commenti e post e tweet sulla ragazzina che hanno fatto diventare promotrice della lotta per la salvaguardia della terra, non fanno che alimentare questa disgrazia.

Chiudo con una considerazione e un consiglio: se davvero volete fare qualcosa di utile, non smettete di lavarvi per risparmiare acqua, e non gravate sul bilancio familiare nell’inutile tentativo di acquistare prodotti riutilizzabili – che costano 10 volte – o andando in cerca di prodotti alla spina per pulire la casa (introvabili): smettete di scrivere coglionate e insulti sui social, utilizzate la mail per le cose utili e importanti, cercate sui motori di ricerca il minimo indispensabile, usate meno il cellulare per connettervi al web.

Stiamo contribuendo a rendere l’aria irrespirabile per la frenesia di usare, male, uno strumento eccellente.

Se seguirete questi consigli, non solo contribuirete attivamente ad abbattere le emissioni di gas serra, ma riscontrerete enormi benefici immediati: più tempo per voi, aumento del rispetto da parte della collettività, minor rischio di andare a sbattere contro un lampione per lo smodato uso del cellulare mentre camminate in strada. Pensateci seriamente.

Emilia Urso Anfuso Direttore de “gliscomunicati.com”.

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