Elettori italiani già sodomizzati ancor prima del ‘nuovo’ Governo. di Enzo Sanna

di Enzo Sanna. Che gli elettori italiani l’abbiano presa spesso “là dove non batte il sole” è fatto noto e provato. Ciò che stupisce oggi non è la faccenda in sé, bensì la sua spropositata dimensione.
Le bugie di Di Maio e di Salvini (vedi le esaustive ricostruzioni giornalistiche) si stanno rivelando il più grande imbroglio mediatico dalla proclamazione della Repubblica a oggi. Mai e poi mai, nemmeno nei peggiori momenti di degenerazione politica, si era assistito a una simile messe di cialtronerie, dichiarazioni pre-elettorali usate a mo’ di carta igienica fin dal giorno successivo alle elezioni, reciproche offese infamanti divenute come per incanto gentili e delicati apprezzamenti rivolti all’avversario futuro alleato, e chi più ne ha più ne aggiunga.
Se tutto ciò non risultasse vomitevole, vi sarebbe da scrivere sull’argomento un saggio alla Schopenhauer (Arthur, il filosofo) dal titolo “L’arte d’interpretarne qualcosa di serio”. A pensarci bene, però, scomodare un filosofo per quanto dotato di una buona dose d’umorismo può risultare atto esagerato.
Forse è più pertinente richiamare da lassù Paolo Villaggio per fargli scrivere un nuovo romanzo della saga di “Fantozzi” dallo scontato titolo “Fantozzi capo del Governo”, col vantaggio che la composizione del “gabinetto” (no, non è allegorica polisemia, ma banale doppio-senso) verrebbe da sé: il ragionier Filini alle “Finanze”, la signorina Silvani alle “Pari opportunità”, il geometra Calboni allo “Sport e spettacolo”, Alfonsina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare alla “Scuola” e via dicendo. Ah, si dimenticava la carica di “Sottosegretario alla Presidenza” assegnata di diritto al Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam, vero “azionista”, comandante in capo e ispiratore (leggi padrone) dell’intera compagine.
Abbiamo scherzato? Abbiamo esagerato? Macché! Verrebbe da dire: magari fosse! Da quel che si vede, si sente, si percepisce, si intuisce, il “nostro” governo in fase di costruzione con la tecnica dei “mattoncini Lego” rischia di risultare più comico di quanto la vena umoristica di fantozziana memoria potrebbe concepire.
Dopo essere passati attraverso l’epopea del “Barzellettiere d’Italia” Silvio Berlusconi e del suo iper-bugiardo emulo Matteo Renzi, sembra che siamo arrivati alla fine della storia (forse è la storia alla quale si riferisce il presunto capo del M5S) che vede due nemici per la pelle mutare in processo inverso rispetto al normale avanzare della “natura”, sconvolgendone la logica, trasmutando variopinte (si fa per dire) farfalle pre-elettorali in grigie crisalidi e, infine, in (repellenti?) vermi intenti a strisciare tra i corridoi del “Palazzo” con buona pace di coloro che li hanno votati nella illusoria convinzione di favorire il cambiamento di una classe politica oramai irrimediabilmente divenuta indecente, inaffidabile, inattendibile.
La delusione dell’elettorato, in particolare quello di sinistra, è palpabile tra le strade, gli uffici, le corsie dei supermarket, persino dentro le cabine degli ascensori. Ciò che si sente in giro, alla faccia dei sondaggi post-elettorali, è la sconsolata espressione “chi ce l’ha fatto fare!”. Rimane per ora la magra consolazione di poter replicare: “perché, speravate in qualcosa di diverso?”, rimandando i daccapo sodomizzati interlocutori alle prossime puntate della soap-opera. Intanto si vocifera che le uniche aziende quotate in borsa destinate a “crescere” siano quelle produttrici di “vaselina”.

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