Ecco perché gli italiani non investono più nel mattone.

di Redazione. Costo del denaro ai minimi storici, se chiedi un mutuo in banca i tassi d’interesse sono praticamente prossimi allo ‘zero virgola’. Prezzi della case in caduta libera, se venti ani fa un appartamento valeva 300mila euro oggi ne costa appena 180mila. Sovrabbondanza di offerta immobiliare, non c’è condominio che non rechi sul portone un cartello di “vendesi”.

Ma allora perché gli italiani non investono più nel mattone?

Le ragioni sono molteplici e proviamo ad enunciarle.

La crisi economica. Gli stipendi, almeno quelli dei lavoratori dipendenti, sono fermi al palo da circa un ventennio, per cui si spende di meno e quindi anche l’economia nazionale ristagna. Gli italiani non fanno più figli e neppure investimenti importanti come quello di una casa. Per cui in un clima di incertezza come quello attuale preferiscono tenere i propri risparmi sotto il materasso.

L’invecchiamento della popolazione. Chi ha una certa età ormai la casa o ce l’ha oppure è difficile che superati gli “anta” si avventuri in una spesa importante come l’acquisto di un appartamento.

La fuga dei giovani. Chi avrebbe le giuste potenzialità – almeno anagrafiche – per poter acquistare una casa, proprio perché ha l’età giusta per mettere su famiglia e un tetto sopra la testa, è impossibilitato a farlo o perché ha un lavoro precario e malpagato o perché ha fatto le valigie in cerca di un futuro migliore lontano dalle mura patrie.

I migranti. Non sono ancora abbastanza “ricchi” per potersi permettere una casa di proprietà, quindi vivono stipati in appartamenti in affitto soprattutto nelle periferie delle grandi città. La speranza di avere una casa di proprietà viene pertanto demandata alle seconde o terze generazioni di migranti.

Le tasse. Chi una casa già ce l’ha, si guarda bene dal comprarne una seconda considerando il fatto che si abbatterebbe sul nuovo acquisto la mannaia del fisco con IMU, IRPEF e utenze maggiorate per la quota fissa, quella appunto relativa a tasse e balzelli su spazzatura e materie prime quali gas, luce, acqua, ecc.

Abbondanza di offerta. E proprio per una questione di tasse e di costi di manutenzione che c’è una sovrabbondanza di offerta stigmatizzata da chi è stato costretto dal fisco a mettere il cartello vendesi sulla seconda casa perchè non può più permettersela.

Ecco spiegato perché in questo paese in perenne crisi nessuno compra e nessuno vende.

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3 Responses

  1. Africa ha detto:

    gli italiani non fanno più figlie e quei pochi che fanno appena terminati gli studi emigrano all’estero. Quindi chi dovrebbe comprare le case in Italia, gli Africani?

  2. Nadia-RM ha detto:

    La tassazione sulla casa allontana soprattutto chi ha dei soldi in banca e non li investe più per comprarsi una seconda casa al mare o magari in città per un figlio! Preferisce “MANGIARSI” tutto.

  3. Giacomo-TO ha detto:

    “Le tasse. Chi una casa già ce l’ha, si guarda bene dal comprarne una seconda considerando il fatto che si abbatterebbe sul nuovo acquisto la mannaia del fisco con IMU, IRPEF e utenze maggiorate per la quota fissa, quella appunto relativa a tasse e balzelli su spazzatura e materie prime quali gas, luce, acqua, ecc.”.
    Sicuramente la tassazione sulla casa è il fattore principale a mio avviso della crisi del mattone.
    Gli altri a mio modesto avviso influiscono meno.
    La TASSAZIONE allontana imprenditori ed investitori nazionali e stranieri.
    I posti di lavoro, la ricchezza la ceano gli imprenditori con i “loro capitali” – putroppo in Italia grazie al M5S si stanno affermando idee comunistoidi. Tasse giuste, giustizia civile veloce, burocrazia leggera, tutte cose che in Italia mancano.
    la classe dirigente politica, non solo questa, da anni è preoccupata solo dei suoi privilegi il resto non conta. Dimezzare subito il Parlamento e ridurre, ridurre, ridurre i privilegi da nababbi dei parlamentari, ministri,….
    Costerebbe meno avere il Re.

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