Ecco la bozza del Recovery Plan. Adesso cosa fa Italia Viva?

di Redazione. Habemus Recovery Plun! Finalmente la bozza, la quarta, è arrivata. Alle 21 e 30, in notturna come si conviene a questo governo, ma è arrivata dopo una giornata di attesa e di tensioni.

In 171 pagine e quattro tabelle allegate si prova a disegnare il futuro dell’Italia.

Il Piano della ripartenza e della resilienza, acronimo Pnrr, il Recovery plan della discordia è arrivato all’ultimo minuto utile per garantire le 24 ore necessarie ai ministri per leggerlo e portarlo stasera nel Consiglio dei ministri.

Il pinao di come spendere i soldi europei dunque c’è. Ma sarà abbastanza esaustivo per scongiurare la crisi di governo oppure per dirla alla Rocco Casalino, portavoce del premier, si andrà comunque “in Aula a fare la conta così asfaltiamo Renzi e i suoi una volta per tutte”? 

“Next Generation EU è una svolta europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza richiede una svolta italiana, nella programmazione e nell’attuazione degli investimenti, che segni una discontinuità decisiva per lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e l’innovazione, la riduzione dei divari e delle diseguaglianze”.

Così il governo presenta il Piano Recovery. L’Italia “intende essere protagonista di questo Rinascimento europeo, attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati e con riforme volte a rafforzare la capacità e l’efficienza delle istituzioni”.

Più fondi a scuola e digitale.
Per la svolta dell’Italia.Nelle riforme taglio Irpef e giustizia Un piano in 171 pagine, 6 missioni, 47 linee di intervento e 4 tabelle: arriva la bozza del Piano Recovery che, inviata ai partiti dal Mef e da Palazzo Chigi, approderà questa sera martedì 12 gennaio alle ore 21.30 in Consiglio dei Ministri.

Il documento promette di spendere subito, nel 2021, 25 miliardi di euro per gli obiettivi individuati e aumenta le risorse per i due importanti capitoli di istruzione e digitale.

Ai 222,9 miliardi (144,2 per nuovi interventi) previsti imbarcando anche i fondi per la coesione, vengono poi aggiunti i soldi della programmazione di bilancio 2021-26.

Il totale sale così 310 miliardi. Una massa enorme dalla quale il governo si aspetta una “svolta per l’Italia nella programmazione e attuazione degli investimenti” per un Paese che intende essere “protagonista del rinascimento europeo”.

Tre sono gli assi strategici del progetto – digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale – ma tre sono alcune priorità trasversali a molti progetti sui quali il governo intende porre l’attenzione: le donne, i giovani, il Sud.

Ovviamente un posto primario ha la sanità, alla quale vanno quasi 20 miliardi di interventi, 19,72 per l’esattezza. Rispetto alla prima stesura i cambiamenti sono molti, ma anche se si guarda al documento di confronto tra partiti di qualche giorno fa si scopre che aumentano le risorse per il capitolo istruzione e ricerca (da 27,91 a 28,49 miliardi) e quelle per la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (da 45,86 a 46,18 miliardi).

Non cambiano le somme cumulate degli altri capitoli:
68,9 miliardi per la Rivoluzione Verde e Transizione ecologica,
31,98 miliardi per le infrastrutture per una mobilità sostenibile,
21,28 miliardi per l’inclusione e la coesione.

Attenzione anche all’agricoltura, cara alla ministra Bellanova che guida all’interno del governo le posizioni di pungolo di Italia Viva. Difficile scorporare la cifra in un capitolo che parla anche di fonti energetiche come l’idrogeno, che ammonta in totale a 6,3 miliardi, a dire il vero gli stessi previsti nella prima bozza. Ma il piano prevede comunque di “rendere la filiera agroalimentare sostenibile, preservandone la competitività. Implementare pienamente il paradigma dell’economia circolare”.

Altrettanto importante per Italia Viva anche il capitolo famiglia che compare con oltre 30 miliardi della programmazione di bilancio al 2026, volti a finanziare l’assegno unico a partire da quest’anno.

Rimane tutta da sciogliere invece la questione della governance. Nel testo solo poche righe. “Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano, – si legge – presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”.

Viene invece indicato il contesto nel quale il governo utilizzerà le risorse che serviranno a rilanciare la crescita.

Il Pnrr verrà accompagnato da una serie di riforme per “rafforzare l’ambiente imprenditoriale, ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato gli investimenti”.

In particolare la riforma della giustizia e quella dell’Irpef con “la riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente ed autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l’occupazione delle donne e dei giovani”.

Basterà tutto ciò a scongiurare la crisi di governo?

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4 Responses

  1. S.o.S. ha detto:

    Esultano per averci fatto indebitare fino al collo! Questi sono per davvero dei pazzi irresponsabili!

  2. Parsifal-NA ha detto:

    Il solito squallido teatrino della politica italiota ed il Debito Pubblico saleeee

  3. Davide Faraone ha detto:

    Noi speriamo di fare la battaglia per il Mes dalla maggioranza, se non ci saranno le condizioni andremo serenamente all’opposizione. Le nostre ministre saranno stasera in Cdm, ma non saremo responsabili di nessun ritardo sul Recovery plan, lo stiamo studiando, lo voteremo, lo sosterremo e lo miglioreremo, un minuto dopo valuteremo il da farsi.

  4. IV ha detto:

    I renziani assicurano di votare il Recovery plun, ma subito dopo dovrebbero arrivare le dimissioni delle ministre Bellanova e Binetti.

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