Draghi, la NATO è più interessata al sud est asiatico che alla UE.

di Attilio Runello. Durante il summit fra Ue e i sei paesi dei Balcani occidentali che a vario titolo hanno fatto richiesta di entrare nell’Unione europea Draghi in conferenza stampa ha dichiarato che la NATO è più orientata al sud est asiatico e meno al Mediterraneo.

Questa constatazione deriva dalla recente alleanza fra Stati Uniti, Regno Unito e Australia in funzione anticinese.

Una delle decisioni che sono conseguenza di questa alleanza è la fornitura all’Australia da parte degli Stati Uniti di alcuni sommergibili nucleari.

L’Australia era già interessata a dotarsi di sommergibili nucleari e si era rivolta alla Francia, con cui aveva trattative in corso. Queste trattative sono state annullate. L’Unione e i paesi europei hanno preso atto di questa alleanza cui non sono stati invitati.

Draghi ripropone la possibilità dell’Unione di dotarsi di forze di difesa comuni, anche se i vertici della NATO hanno dichiarato che non c’è spazio in Europa per una organizzazione che non sia la NATO.Per Draghi si tratterebbe invece di adottare da parte dell’Unione una politica estera comune che potrebbe portare a una politica di difesa comune per agire dove la NATO a guida americana non è interessata ad arrivare. Altrimenti si lascia spazio agli accordi bilaterali.

Aggiungiamo a queste riflessioni che da un lato la NATO in tutti i mesi estivi ha organizzato un susseguirsi di esercitazioni navali e terrestri che hanno compreso anche le forze ucraine nel mar Nero.

Gli Stati Uniti al di fuori della NATO hanno fatto esercitazioni nell’oceano indiano coinvolgendo alcuni paesi dell’area in funzione anticinese.

Per gli Stati Uniti alla competizione militare con la Russia si aggiunge quella con la Cina che in questi anni si è dotata di una flotta militare di trecento navi, con due portaerei e altre tre in progettazione.

A questa si aggiunge una politica dei mari che tende a controllare le rotte dell’oceano indiano, quelle che dalla Cina portano all’Africa e al mar Rosso. Lo fa in modo unilaterale per difendere i propri interessi commerciali. Ma nulla esclude che lo faccia per diventare forza egemonica.

Per gli Stati Uniti al momento questa è la minaccia da contrastare.

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