Dov’è finita la Signora Maria?

Dov’è finita la Signora Maria, quella casalinga che ha cresciuto tre figli e che qualcuno voleva a tutti i costi al ministero dell’economia prima delle elezioni? Dov’è finita tutta quella gente per bene che non ha nessuna voce nel Paese per far valere i propri sacrosanti diritti e che sperava di essere degnamente rappresentata almeno in questo parlamento? Ma perché tutti i partiti politici mandano avanti le truppe cammellate che migrano in massa dagli studi televisivi agli scranni parlamentari? Perché non scelgono per i posti che contano della vita politica ed istituzionale del nostro Paese, impiegati, operai, casalinghe, artigiani, piccoli imprenditori che davvero si fanno il “mazzo” dalla mattina alla sera per mandare avanti la baracca? Per la gente comune, per quella che non appare tutti i giorni davanti ad una telecamera, non c’è spazio al di fuori del proprio orticello! Un orticello dal quale per ripianare i “loro” debiti i vari politici di turno hanno portato via tutto, persino la terra sotto i piedi degli italiani! Nei posti chiave della vita politica ed istituzionale italiana ci sono sempre “loro”, con i loro faccioni telegenicamente perfetti. Con il “loro” parlare sempre uguale, ovvio e scontato! Andando avanti di questo passo, o meglio di canale in canale, ci ritroveremo gran parte dei protagonisti del piccolo schermo ad occupare tutti i posti che contano. Magari la Gabanelli, dopo il suo grande rifiuto al Quirinale, alla presidenza della Rai, Fazio all’Eni e Floris a Bankitalia! Noi delusi, depressi e senza più un centesimo in tasca, noi che li abbiamo provati tutti con risultati che ancora sono ferite vive sulla nostra pelle, noi che abbiamo annullato la scheda alle ultime elezioni, “tanto sono tutti uguali”, ebbene noi stiamo lì alla finestra a guardare impotenti il “loro” teatrino. Farebbero bene i nostri partiti e i nostri ancora troppo “cari” politici a prestare più attenzione nella scelta dei nomi di coloro che vorrebbero far sedere su certe poltrone, basandosi sul merito più che sull’audience.

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