Distrazioni imperdonabili.

di Francesco Alberoni. Quando prendiamo contatto con una persona, o lei con noi, creiamo un campo sociale duale chiuso, dove ciascuno mostra interesse solo per l’altro ed esclude altre presenze. Ciascuno vuol essere apprezzato, riconosciuto come unico e inconfondibile. Quindi si aspetta che l’altro stia attento a lui, a ciò che dice, e se costui invece si distrae, sbadiglia, guarda altrove, si sente diminuito, vuol dire che gli interessano di più altre cose.

Ricordiamo che tutte le persone sono presuntuose, vanitose, vogliono che chi parla con loro le metta al primo posto, sia attento, concentrato, interessato. Ma non tutti si rendono conto di questi meccanismi emotivi. Soprattutto i ragazzi giovani, che sono abituati fra di loro a cambiare interlocutore o argomento, mettersi a leggere o scrivere sul telefonino, restano lì fisicamente ma se ne vanno mentalmente, e tu resti a parlare con uno che non c’è.

Vi sono persone che hanno sempre in mano il cellulare, che leggono tutte le notizie (anche le più sciocche), che rispondono subito ad ogni chiamata (anche la più insignificante). Queste persone possono creare involontariamente cattivi rapporti perché danno loro l’impressione di metterli sempre in secondo piano.

A volte queste cose si fanno apposta per punire, per ferire, per vendicarsi di piccoli, insignificanti torti o errori. Avvelenando però cosi pericolosamente proprio i rapporti più importanti e più delicati.

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