Diego Fusaro: un narcisista dalle mediocri conclusioni. di Yvan Rettore

di Yvan Rettore. E’ da un po’ di tempo che la stampa e le TV nostrane offrono sempre più spazio a Diego Fusaro, un giovane filosofo rampante proiettato fra i più ambiti tuttologi del desolante panorama mediatico attuale. Viene invitato in trasmissioni televisive anche per dire la sua in alcuni minuti e diffonde il suo sapere anche via web, specie su Twitter dove la cadenza quotidiana di inserimento dei suoi post appare davvero impressionante.
Si definisce come un personaggio “antisistema”, salvo poi essere presente in ogni mezzo di diffusione che questo sistema controlla per autolegittimarsi. Non si capisce perché dedicargli tanto spazio, sia perché le sue premesse non risultano sempre corrette e appaiono a tratti perfino contraddittorie (confonde “Mondializzazione” con “Globalizzazione”, parla di un inesistente “Piano Kalergi”, riesce ad essere nazionalista pur dichiarandosi marxista, ecc…) sia perché le sue conclusioni spesso non stanno in piedi né su un piano strettamente razionale, né su un piano storico-culturale. A volte risultano perfino una “minestra riscaldata”, perché trattasi di verità affermate ben prima di lui da personaggi con maggiore autorevolezza e credibilità. Quando poi viene messo alle strette, rifiuta spesso il confronto accusando i suoi avversari di essere comunque sostenitori del sistema o dichiarando di non rispondere a chi lo attacca con veemenza e provocazione. Ma a lui poco importano questi dettagli di percorso, perché alla fine della fiera sembra che la sola cosa che gli interessi davvero è diventare un fenomeno mediatico ricercato dai media.
Come lo sono ad esempio da (troppi) anni tuttologi come Saviano e Sgarbi. Quindi non poteva mancare in questa sua missione, la diffusione all’ennesima potenza del suo marcato quanto incontestabile narcisismo.
Su Twitter diffonde a manetta gli estremi di ogni conferenza in cui è invitato a presentare i suoi libri (assolutamente illeggibili perché scritti con termini ricercati e molto sofisticati da renderli quasi del tutto incomprensibili o come minimo confusionari) o a illuminarci con i suoi prodigiosi interventi. Ovviamente, non mancano mai post con la sua immagine dominante in cui riduce temi e concetti di notevole importanza a semplici spot pubblicitari (analoghi nella forma a quelli che servono per vendere alimenti o prodotti di bellezza) dove contenuti e sostanza finiscono col diventare banali e appiattiti. Ora diffonde post non soltanto legati agli articoli che scrive su certe testate giornalistiche ma anche quelli della sua nuova rivista, naturalmente ancora sconosciuta ai più.
Su Youtube è solito far girare video in cui spicca sempre soltanto la sua figura con la pretesa di aprirci gli occhi sul “Grande Fratello” dominante e di insegnarci su come reagire alla tirannia di questo “Golem”. Eh sì, perché lui sa cosa bisogna fare per combattere davvero il neoliberismo attuale e le risposte da dare per la costruzione di un mondo nuovo di stampo “fusariano”, compatibile col suo narcisismo dilagante. Poi, siccome lui ritiene dall’alto della sua cultura di poter sfruttare i saperi altrui (in particolare la traduzioni di testi in altre lingue) ti contatta attraverso Twitter, salvo poi essere colpito da amnesia quando si tratta di dover pagare il servizio richiesto. Lui invece su questo punto è sempre stato molto bravo a contrattare al meglio le proprie presenze in giro per l’Italia, come quando rifiutò di partecipare ad un evento al quale era stato invitato dai sovranisti perché riteneva di essere pagato troppo poco (manco fosse “Noam Chomsky” o “Jean Ziegler”!).
Detto questo, qualcuno potrebbe dire che il sottoscritto prova una certa invidia per la notorietà (secondo me del tutto immeritata) di questo personaggio. Tranquillizzo subito queste persone dicendo che riterrei personalmente offensivo considerarmi come invidioso nei confronti di un individuo così tanto pieno di sé fino al punto essere riuscito a diffondere così tanta mediocrità attraverso il proprio operato. E’ molto meglio essere e rimanere anonimi che giungere a tali livelli, perché la verità e la capacità di argomentare in modo autentico e genuino le proprie posizioni non sono “valori” negoziabili per acquistare spazi di fama effimeri quanto inutili nella prospettiva della costruzione di un mondo davvero migliore e vivibile rispetto allo schifo attuale.

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