DEF 2017: c’è di che preoccuparsi per il futuro.

di Gerardo Lisco. In questi giorni ho riletto i documenti pubblicati, a partire dal 2010, dalla Banca d’Italia relativi alla ricchezza delle famiglie italiane. In sintesi gli elementi che evinco sono: il calo progressivo della ricchezza delle famiglie italiane, riduzione che riguarda la ricchezza dovuta a beni materiali (leggasi svalutazione del valore dell’abitazione posseduta dagli italiani); andamento altalenante della ricchezza mobiliare, il 2016 si chiude in perdita
a causa della Brexit (depositi, investimenti finanziari, ecc.); l’iniqua distribuzione della ricchezza, l’1% degli italiani possiede, nel 2016, il 25% di ricchezza nazionale netta che equivale a 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana. Dopo aver letto i documenti della Banca d’Italia sono passato a leggere il DEF 2017. Di seguito riporto quanto è scritto nel documento. Questo è solo uno dei tanti passaggi a dir poco contraddittori presenti nel DEF in corso di approvazione: Il DEF è un documento di programmazione, fissa gli obiettivi che il Governo si pone di raggiungere da qui al 2020… per cui c’è da preoccuparsi seriamente. Non è l’unica contraddizione presente. Riporto un altro passaggio: È intenzione del Governo continuare nel solco delle politiche economiche adottate sin dal 2014, volte a liberare le risorse del Paese dal peso eccessivo dell’imposizione fiscale e a rilanciare al tempo stesso gli investimenti e l’occupazione, nel rispetto delle esigenze di consolidamento di bilancio. Adesso a memoria vediamo quali sono gli interventi fatti dal 2014 ad oggi: privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica per il sociale, moderazione salariale, interventi dal lato dell’offerta come gli incentivi alle imprese a sostegno dell’occupazione che non hanno prodotto nulla per non parlare dei vari bonus i quali hanno solo contribuito a sperperare le risorse finanziarie concesse dall’UE con la flessibilità. Per quanto riguarda la c.d. clausole di salvaguardia essendo previste cito: in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all’evasione. Tale obiettivo sarà perseguito nella Legge di Bilancio per il 2018, la cui composizione verrà definita nei prossimi mesi, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa. Certamente se il Governo adottasse serie misure per combattere evasione, elusione fiscale e sommerso non mi preoccuperei, considerato che il sommerso in Italia si aggira intorno ai 540 miliardi e che l’evasione fiscale ai 250 miliardi, dati di uno studio del Ministero dell’economia del 2016. Invece la questione mi preoccupa perché è intenzione intervenire sulla revisione della spesa, perciò tagli alla spesa per il sociale e privatizzazione dei servizi quali sanità, trasporto pubblico, ecc.. Che sia così si evince chiaramente quando nel DEF si fa riferimento al welfare aziendale, alla messa sul mercato dei servizi pubblici di interesse economico e a provvedimenti di sgravi fiscali che spingono verso il mercato selezionando l’accessi a diritti fondamentali attraverso la capacità di spesa di ciascuno di noi. La privatizzazione e la finanziarizzazione dei diritti sociali contribuirà a modificare la composizione della ricchezza delle famiglie spostandola a favore della ricchezza mobile. In conclusione dal DEF 2017 si evince chiaramente che il fine è quello di proseguire con le stesse politiche neoliberiste fin qui condotte e con i nefasti risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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