Dedicato a chi diserta le urne.

di Maria Pia Caporuscio. Come dare torto a chi ha deciso di non permettere che in suo nome venga perpetrato il massacro del proprio paese? I politicanti che chiedono il consenso di governare ancora l’Italia, sono proprio quelli che l’hanno affossata. E dunque come ci si può rendere anche noi responsabili, riconfermando loro il consenso? Stando così le cose il “non voto” sarebbe la strada più giusta, ma non è esattamente così. All’ingordigia e disonestà di chi ha governato in questi anni, va sommata la feroce devastante politica economica di quel sistema (contro natura) detto capitalismo. Questo “sistema” è arrivato ad una tale degenerazione, da trasformarsi in un genocidio per gli abitanti di questo pianeta.
Un pianeta che stanno conducendo alla distruzione, a causa dell’ingordigia con cui se lo stanno mangiando. Questa devastazione viene giustificata dall’accattivante parola “crescita” ma questa crescita non è riferita ad un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, come si vorrebbe far credere, ma ad accrescere i loro forzieri, tant’è che la gente e non solo quella del cosiddetto terzo mondo, continua a morire per fame, nonostante questa “inarrestabile crescita”. Come non rendersi consapevoli della violenza di come viene trattato il nostro habitat oltre che gli stessi abitanti? Come chiudere gli occhi dinanzi allo scioglimento dei secolari ghiacciai per via dell’inquinamento? Come può rimanere in piedi una casa se gli si portano via le fondamenta? E come non difenderla da chi la sta trivellando per rubarsi le colonne che la sostengono? Qui non si tratta più solo di sperare in un miracolo che faccia rinsavire questi predatori, ma necessita fare qualcosa per fermarli. Lo vogliamo capire o no che questi dannati non si fermeranno mai fino a quando noi ce ne staremo buoni, limitandoci ad imprecare tra di noi, a subirli o peggio ad alzare le spalle? Nel caso di una catastrofe saremo coinvolti tutti ed è perfettamente inutile dopo, ammettere che qualcosa avremmo potuto fare, ormai è troppo tardi. E’ necessario prevenirli i disastri, agire dopo non serve più. Fino a quando la classe lavorativa non si sarà resa conto, che nulla può giustificare che l’ammontare dell’intera ricchezza da essi prodotta, finisca nelle mani di questi “capitalisti” che rappresentano l’uno per cento della popolazione, mentre il novantanove per cento di essa, debba patire la fame. Fino a quando non ci si rende conto che solo unendosi e facendo muro contro questi dannati, si potrà cambiare, nulla cambierà. Fino a quando non saremo capaci di organizzarci, costoro continueranno in eterno a sottometterci ai loro sporchi interessi e non sarà cambiando i governi che si potranno risolvere questi problemi, ma unendoci per perseguire lo stesso obiettivo: tornare ad un “sistema” a dimensione umana, basato nel rispetto della natura e degli uomini. Siamo miliardi di persone mentre questi assatanati solo una minuscola percentuale, ma ci lasciamo intimidire, eppure non sono rari gli esempi in natura, basterebbe vedere cosa sono capaci di fare dei piccoli piranha ad un gigantesco elefante, quando si uniscono tutti insieme riuscendo a mangiarselo vivo in pochi attimi.

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