Davide De Marinis e il suo ultimo singolo: “Mi sono rotto” …di questo dannato virus!

di Alberto Sigona. Le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 stanno causando un’insofferenza generalizzata, e tra le categorie più “inquiete” c’è naturalmente quella degli artisti musicali. Fra di loro c’è un noto cantautore che s’è veramente stufato di questo maledetto virus, anzi, per usare le sue stesse parole, si è proprio…”rotto”.

Davide De Marinis, come è nata l’idea del tuo ultimo singolo dal titolo emblematico “Mi sono rotto”?

E’ una canzone generata dal particolare periodo storico che stiamo vivendo. Come avrai certamente intuito, mi riferisco naturalmente alla pandemia ed a tutti i condizionamenti che sta imponendo a noi tutti: le varie restrizioni, limitazioni, timori… Ecco perché ho scelto questo titolo: il mio non è altro che uno sfogo… io, infatti, mi sono rotto di tutto quello connesso a questo dannato virus, in particolare non ne posso più di stare chiuso in casa… per un cantante è una situazione insopportabile… Mi manca tanto il mio pubblico, il contatto con la gente… Tornando alla canzone, ci tengo a ricordare che il brano è il risultato di una proficua collaborazione con i miei simpaticissimi amici Andrea Agresti (storico inviato delle Iene) e Claudio Lauretta (noto imitatore), che tu senz’altro conoscerai… La canzone è stata prodotta dalla Starpoint Corporation: colgo l’occasione per ringraziare il produttore Andrea Fresu, poi Pasquale Mammaro e Francesco Vidoni, che hanno svolto un ruolo fondamentale in questo progetto musicale.

Davide, quando si parla di te, la prima cosa che viene in mente (mi riferisco in particolare agli over 30) è il tuo primo, e forse sinora più grande, successo “Troppo bella”, tormentone estivo del 1999. Come spieghi il grande favore di pubblico riscosso da quella che apparentemente sembrava una canzonetta orecchiabile e poco più, e che invece sarebbe rimasta, oserei dire, nella storia recente della musica italiana?

Sinceramente non so spiegarmelo neanch’io. Spesso il bello dei grandi successi è proprio questo, che sono inspiegabili. Può darsi abbia “colpito” per la sua energia…

Ma come nacque l’idea di fare quel pezzo? Dove trovasti l’ispirazione?

L’ispirazione me la diede una ragazza che vedevo all’Accademia di Belle Arti di Brera, e di cui m’ero infatuato in modo platonico. Purtroppo all’epoca (sarà stato il 1996 o 1997) ero un po’ timido, e non ebbi mai il coraggio di comunicarle il mio interesse. Pensa, sinora non sa che quella canzone era dedicata a lei…

Quello, d’altronde era un periodo d’oro per la musica italiana. Come mai oggi la musica nostrana non riesce più ad attestarsi ad alti livelli?

Non sta a me parlare del livello. Ad ogni modo ci sono ancora dei buoni “prodotti” in circolazione. Mi viene in mente, ad esempio, il duo Colapesce-Di Martino, la cui ultima canzone “Musica leggerissima” mi piace tanto, la trovo molto orecchiabile nonché foriera di un messaggio molto interessante, da leggere in chiave contemporanea, riguardo all’attuale periodo particolare che stiamo vivendo.

Del cantautorato italiano chi apprezzi in particolare, prendendo in esame anche il passato?

Il panorama musicale di casa nostra l’ho sempre trovato affascinante, a partire da Lucio Dalla, Francesco De Gregori (che ha da poco festeggiato i 70 anni, ndr), Lucio Battisti…sino a giungere a Vasco Rossi… per poi arrivare ai tempi d’oggi, che a mio parere continuano ad offrirci buoni talenti.

Vasco Rossi che tra l’altro hai imitato allo show “Tale e quale”, vincendo la puntata. Che esperienza è stata?

E’ stata una bellissima esperienza, unica, direi magica. Cambiare voce, aspetto, viso ogni settimana, per uno che come me non nasce imitatore, ed avere successo…beh, ti garantisco che è una bella soddisfazione.

Già, in effetti non dev’essere stato facile cimentarsi in una dimensione inedita…

Appunto… Io nasco cantante…

A proposito, mi parli un po’ delle tue “origini”, musicalmente parlando. Ovvero, come hai iniziato la tua avventura canora?

L’ambito musicale mi ha appassionato sin dalla prima infanzia. A trasmettermi la passione è stata soprattutto la mia cara nonna materna, che ogni estate, coi miei genitori, andavamo a trovare a Pozzuoli. Lei allietava i nostri pomeriggi cantando in napoletano, suonando la chitarra… Poi col passare degli anni il mio amore per la musica sarebbe cresciuto… Mi sarei iscritto al conservatorio… e così via… Ricordo sinora che la prima canzone la composi attorno ai 13 anni, e la intitolai “Un ragazzo allo specchio”. Da lì non avrei più interrotto il mio rapporto con la musica.

Oltre alla musica che passione avevi? Se non avessi fatto il cantante, oggi chi saresti?

Da bambino mi piaceva giocare al pallone, un po’ come tutti i miei coetanei. Poi crescendo sviluppai l’amore per il disegno e la pittura in particolare. Tanto è vero che mi sarei iscritto all’Accademia di Brera di cui ti parlavo poco prima… Lì studiai scenografia e pittura, conseguendo il Diploma, una sorta di Laurea in piena regola… Perciò penso che se non avessi fatto il cantante oggi sarei un pittore, magari un maestro d’arte, chissà… E forse avrei più tempo libero…

Oggi come trascorri il tuo tempo libero?

Ovviamente la chitarra e la musica in generale sono le protagoniste assolute delle mie giornate. Per il resto, quando ne ho voglia, riservo qualche ora al passeggio… ultimamente ho anche iniziato a correre… Tuttavia in questi ultimi tempi mi sto dedicando alla promozione dei miei ultimi lavori. Sto rilasciando diverse interviste… Ad esempio recentemente sono stato ospite in programmi Tv condotti da Enrico Papi e Maurizio Battista…


Ti piace leggere?

Diciamo che non sono un patito della lettura, però quando ne ho l’occasione qualche ora ad essa la dedico volentieri. Mi piace la saggistica, quei libri che insegnano a vivere…

A proposito, nel tuo grande successo “Troppo bella” dicevi di avere sogni nel cassetto e nell’armadietto… Ne hai ancora?

Sì, certo, tantissimi, soprattutto nell’armadietto… Attualmente il sogno principale è scrivere tante canzoni. E naturalmente tornare a far musica live. Dopo un anno di clausura, non vedo l’ora di rivedere il pubblico, il mio pubblico. Avrei già in mente il nome del Tour che vorrei fare… ”Mi sono rotto – Tour”.

Caro Davide, te lo auguriamo caldamente e ti Ringraziamo per la disponibilità e cordialità.

Si ringrazia altresì l’addetto stampa di Davide De Marinis, Luigi Mosello (www.musicuniverse.it), per le foto.

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