D’Alema, “il rottamato” che vuole rottamare “il rottamatore”.

Renzi-D’Alema. “Il rottamatore” e  “il rottamato”. Ma presto lo scenario potrebbe cambiare invertendo i ruoli e “il rottamato” potrebbe rottamare “il rottamatore”. Comunque, al congresso Dem la resa dei conti: o dentro o fuori! D’Alema guida la rivolta, contro il ‘giglio magico’ del Nazzareno: “un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali che ignorano i suoi fondatori e che sta generando a sinistra un malessere che può portare a un nuovo partito“.
In una lunga intervista al ‘Corsera’ Massimo D’Alema va all’attacco della dirigenza Dem e di Matteo Renzi a partire dal caso delle primarie di Napoli e passando per l’appoggio di Verdini ad alcuni provvedimenti in Senato. “Si tende a trasformare il Pd nel partito del capo. Chi non si allinea viene brutalmente spinto fuori. Guardo con simpatia alla battaglia della minoranza, ma non mi pare che, purtroppo, riesca a incidere sulle decisioni fondamentali. Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra, vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già accaduto. Bisogna compiere un lavoro di ricostruzione del centrosinistra, non di creazione di un partitino alla sinistra del PD. È una battaglia politica e culturale che passa sia all’interno che all’esterno del PD, perché molti hanno deciso di andarsene. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. Quando si arriverà al congresso del PD questo risulterà alla luce del sole. In quasi tutte le città in cui si va al voto stanno venendo fuori candidature e liste, nell’ambito del centrosinistra, fuori o in polemica con il Pd, questo è un fatto. Questo fatto testimonia che l’unità del centrosinistra non c’è più, è in crisi. Una parte dei parlamentari che formavano la coalizione elettorale del Pd sono all’opposizione, viceversa una parte significativa dei parlamentari del centrodestra sono al governo. Qualcosa è successo. Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Nessuno può escludere che alla fine qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito. Renzi ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo. Anche la sua riforma elettorale si ispira a quella di Berlusconi. Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Dei fondatori non sanno che farsene. Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?“. Insomma, ‘baffino’ detesta Renzi, anche perchè non lo ha nominato commissario europeo, non voterà Giachetti a Roma, non voterà ‘Sì’ al referendum costituzionale e sta tessendo la sua tela per provare a rottamare il “rottamatore”. Del resto nella demolizione dell’avversario interno ‘baffino’ è sempre stato un gran maestro: gli riuscì con Occhetto, con Prodi e con Veltroni. Chissà se gli riuscirà anche questa volta?

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