Coronavirus. Se in terapia intensiva c’è un solo posto disponibile e arrivano due pazienti, a chi dare la precedenza?

di Paolo. Il Covid-19 è un microscopico essere infame, su questo non ci piove. Ha stravolto la nostra vita, ci ha messo tutti in quarantena e di fronte a scelte che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare. La più estrema quella che se il nostro sistema sanitario dovesse essere messo sotto ulteriore stress con l’aumento esponenziale dei contagiati, cosa tutt’altro che improbabile, gli operatori sanitari potrebbero trovarsi nella dolorosa condizione di dover decidere chi salvare e chi lasciar morire. 

Se in una terapia intensiva il posto disponibile è uno e ne arrivano due, a chi dare la precedenza?

Una discrezionalità decisionale che non auguro a nessuno. Una ipotetica ipotesi infausta che mette a nudo decenni di tagli scriteriati sulla sanità, con chiusure a catena di ospedali, drastiche riduzioni di personale medico ed infermieristico. Adesso l’emergenza Coronavirus ci presenta il conto, senza tuttavia che saranno, come sempre avviene in questo paese godereccio, i responsabili di questo disastro a pagarlo.

Ma una cosa positiva il maledetto virus l’ha fatta emergere in maniera inequivocabile, che siamo un paese sull’orlo di una crisi di nervi, disordinato e disorganizzato con derive di bassissimo profilo etico e morale dove tutto vine lasciato al caso e alla buona volontà oggi di medici e infermieri, domani di poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e di chiunque si ritrovi a fronteggiare qualsiasi emergenza con uomini, mezzi e risorse da terzo mondo! Eppure di tasse ne paghiamo! E per quanto ci spremono dovremmo avere servizi sempre al top! Invece….

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