Coronavirus, pil e debito pubblico: la tempesta perfetta! di Alessandro Tantussi

di Alessandro Tantussi. Non ho fatto scorta di alimentari, non ho paura per me stesso, non ho cercato di comprare mascherine. In casa ho l’amuchina ed il gel disinfettante, da sempre (comprati almeno più di due mesi or sono) ma non li sto usando.
Ma per cortesia, non prendetevela con chi si è fatto prendere dal panico e con chi ha fatto incetta di questo e di quello.
E’ la normalissima reazione che avviene in questi casi e non solo in Italia.
Ora anche la Germania e la Svizzera hanno i loro focolai domestici e anche lì c’è l’assalto ai supermercati e l’accaparramento di mascherine e disinfettanti.

Ma che dovrebbero fare le persone che ignorano la portata del rischio e subiscono informazioni assurde e contraddittorie, da “gestiremo il problema come la peste ed il colera” a “state tranquilli è come un raffreddore, uscite tranquillamente a farvi l’aperitivo”?

Mentre cresce il numero dei contagi e dei decessi, i cittadini italiani sono sempre più perplessi. Il 62% degli intervistati (sondaggio di Antonio Noto bubblicato su Quotidiano.net) rileva l’incoerenza e la contradditorietà tra le direttive del governo (quarantena della zona rossa con l’utilizzo dell’esercito, chiusura delle scuole e dei luoghi pubblici, chiusura delle chiese in due regioni ecc ecc), e gli appelli alla calma. Alcuni ritengono che i provvedimenti adottati siano necessari, altri pensano che siano eccessivi, altri ancora sostengono che siano inefficaci, ma resta il fatto che si tratta di disposizioni straordinarie mai viste che cozzano con gli appelli alla calma lanciati soprattutto negli ultimi giorni, con l’invito a ritornare alla loro vita abitudinaria, al passeggio, allo shopping ed alla vita sociale.

Quanto all’economia: prevenire è meglio che curare, se non avessimo sputtanato soldi in provvedimenti assistenziali inutili ed in mance elettorali, se non avessimo accumulato un debito pubblico “monstre” ora avremmo le risorse necessarie per contrastare la crisi sia sul piano sanitario (investendo immediatamente nel sistema di protezione, negli ospedali e nei centri di terapia intensiva che scoppiano e rischiano di lasciar morire persone che potrebbero essere salvate) sia sul piano dell’economia.

In economia è successo esattamente quello che molti economisti temevano, ovvero il “fattore esterno”, la “tempesta perfetta” che rischia di affondare la nave che fa acqua ovvero chi non ha risorse a disposizione come l’Italia.

Quando una struttura è sovraccarica, per farla crollare basta una “spintarella”! La Germania, la Svizzera e lo stesso Giappone (che pur avendo molti meno casi e meno morti ha adottato misure ancor più restrittive delle nostre) sono in grado di investire nella sanità e soprattutto nell’economia per sostenerla. Noi no. E fare ulteriore debito…. per noi è assai difficile, lo spread schizzerebbe alle stelle.

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1 Response

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Si è dimenticato un fattore: una scadentissima partitocrazia che ha generato una scadentissima classe politica. Il Parlamento grazie alla “partitocrazia” è diventato solo il notaio del Governo: decreti legge, decreti legislativi,…da tempo il parlamento conta poco mentre è aumentato e di molto il peso del Governo (semipresidenzialismo).
    Quando chi è al timone è scadente, basta vedere a chi è stato dato un Ministero importantissimo, per capire che il sistema nel quale viviamo è marcito e tira avanti solo perchè non abbiamo la forza Gandiana per rovesciarlo. Miliardi e miliardi di imposte, eppure non bastano mai.
    Ci sono ex presidenti che percepiscono 50.000 euro al mese + autista+ maggiordomo.
    Parlamentari, sottosegretari,… che percpiscono da 166.000 euro annui in su.
    Pensiamo alla Campania massacrata da:Abbandoni scolastici,…, cosa ha fatto e cosa fa la politica per aiutare il SUD? Terremotati che vivono ancora in baracche.
    GRILLO, GRILLO, GRILLO, dove sei Tu che predicavi la rivoluzione copernicana in politica proponendo un gruppo di dilettanti dimostratisi allo sbaraglio.
    Il Coronavirus è l’ennesima dimostrazione di una marciume politico e sociale al quale non riusciamo a porre fine. Pensate all’attacco guerrigliero al pronto soccorso di Napoli.
    Se non troveremo la forza gandiana per porre fine a questo disastro non vedo salvezza, ma solo all’orizzonte nuove e nuove tasse.

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