Chi trova un amico trova un tesoro. Chi trova Matteo Renzi trova un tesoretto!

Chi trova un amico trova un tesoro, chi trova Matteo Renzi trova un tesoretto e insieme al tesoretto trova pure la fregatura! Tutti sappiamo quanto ci sono costati quei famigerati 80 euro di cuneo fiscale in termini di tasse e balzelli: un “regalo elettorale” con un prelievo più salato su stipendi, risparmi e casa degli italiani, al quale sarebbe stato meglio rinunciare. Ma adesso, in prossimità delle regionali, il premier ci rifà e tira fuori dal cilindro un “tesoretto” da 1,600miliardi di euro! Poco più di 20euro per 7milioni di italiani! Cifra decisamente inferiore agli 80 euro delle europee, ma in tempo di crisi anche i voti si pagano meno. E’ la ferrea legge del mercato! Certo è un sistema più raffinato dei “pacchi di pasta di Lauro a Napoli” o “della seconda scarpa”, ma allora l’Italia era povera.
Comunque, diamo tempo al premier e l’Italia si ritroverà ancora più povera che nel dopoguerra, con la differenza che allora era povera ma con una grande voglia di riscatto e piena speranza nel futuro, oggi invece rischia di essere povera, triste, depressa e senza prospettive! A darne conferma, non è uno dei soliti “gufi” tanto invisi al premier, ma il verdetto del Social Progress Index, lo studio redatto da Michael Porter dell’Università di Harvard, che misura la qualità della vita in 133 paesi valutando – oltre il prodotto interno lordo – 58 parametri “sociali” tra cui tutela dell’ecosistema, sicurezza, sanità, libertà politica e d’espressione ed accesso a educazione e risorse. Il risultato lascia davvero esterrefatti: il Belpaese è scivolato dal 29esimo al 31esimo posto della graduatoria. Dietro a Slovenia, Estonia, Cile e Costarica. Se è vero, infatti, che viviamo più a lungo di tutti tranne il Giappone (82,9 anni in media), non conosciamo il senso della parola fame, abbiamo 1,59 abbonamenti a cellulari per abitante – un lusso che pochi possono permettersi al mondo – un tasso di mortalità infantile bassissimo e un ottimo sistema d’istruzione di base, è altrettanto vero che conosciamo primati di cui non possiamo andare del tutto orgogliosi. Corruzione, criminalità, scarsa attenzione all’ambiente, obesità (tocca il 17,6% degli italiani) e i troppi studenti universitari fuori corso ci fanno guadagnare gli ultimi posti della classifica. Maglia nera dell’Italia anche in tema felicità, quadro reso ancora più drammatico dalla percentuale delle persone che non si sentono davvero padrone della loro vita: solo il 61% degli italiani, infatti, dice di essere “libero di fare le proprie scelte esistenziali”. Realtà che ci fa scivolare al 91° posto di questa graduatoria dietro Yemen, Mali, Nepal e Libia, Paesi evidentemente più ottimisti. Come se non bastasse, l’Italia è anche uno dei Paesi più corrotti in Europa: siamo al 52esimo posto al mondo, mentre per il tasso di criminalità percepita meritiamo un’inguardabile 93esima posizione. Un quadro grigio dunque, che ci condanna anche per il tasso di suicidi: le persone che si tolgono la vita sono 5,8 su ogni 100mila abitanti.

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