Chi sbaglia non paga, ecco gli ‘irresponsabili’!

In Italia chi sbaglia non paga e questo accade soprattutto in politica dove leader politici, ministri e alti burocrati quasi mai tolgono il disturbo dopo una sconfitta elettorale o un grave errore. E’ questo il malcostume che è al centro del libro di Alessandra Sardoni, “Irresponsabili” edito da Rizzoli. La Sardoni è la giornalista del Tg de La7 in costante videocollegamento con le mitiche maratone di Mentana: ormai un brand dell’emittente televisiva, al punto da avere un suo doppione nelle parodie di Maurizio Crozza. Pignola e documentata come pochi, la corrispondente da Montecitorio non ha fatto altro che raccogliere le storie esemplari di politici e alti papaveri che sono riusciti a farla franca.
Dalla notte della Diaz al dramma degli esodati, il ritratto dei leader che non sanno fare i conti con i propri errori. “In qualunque altro Paese si sarebbe dimesso”. In Italia invece la responsabilità individuale, nelle sue dimensioni politiche ed etiche, è l’oggetto di multiformi tecniche di elusione e di stratificati (e autodifensivi) aggiustamenti che fanno sì che chi sbaglia non paghi. Incolpevoli, inconsapevoli, prigionieri, revisionisti: Alessandra Sardoni individua e analizza le diverse e variegate tipologie degli irriducibili irresponsabili nostrani attraverso alcune delle vicende più significative degli ultimi anni.Il racconto degli eventi del tragico G8 di Genova diventa così emblematico dell’irresponsabilità che deriva dal consociativismo e dall’opacità della catena di potere, e la conseguenza è che gli imputabili “incolpevoli” ottengono addirittura posizioni di maggior prestigio. Le vicende parallele di Maurizio Lupi e del ministro Cancellieri rappresentano invece le trappole e le opportunità del cosiddetto “doppiopesismo”, che ha portato il primo, non indagato, alle dimissioni, e la seconda, indagata, a mantenere la carica. E poi ancora l’irresponsabilità che deriva dalla delega delle scelte politiche alla magistratura e quella che trae il suo alimento dalle teorie “complottiste”, che trasformano i fatti accaduti in senso autoassolutorio. Senza dimenticare i “capri espiatori”, potente strumento di deresponsabilizzazione attraverso l’attribuzione della colpa ad altri, come nel caso di Elsa Fornero e degli esodati. “Scartare la responsabilità individuale è funzionale alla conservazione del potere, qualunque esso sia” scrive Alessandra Sardoni. Eppure, in questo labirinto di irresponsabilità italiane emerge con chiarezza anche lo spazio per affermare “leadership trasparenti, efficaci, consapevoli di sé e soprattutto adulte”. L’importante è ricordarsi che non basta “metterci la faccia”, occorre anche accettarne le conseguenze.

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