Che delusione i 5Stelle!

di Redazione. Che delusione i 5Stelle!
Li vedevamo arrivare in Parlamento in motorino, a piedi e in metro, con lo zainetto sulle spalle, e adesso non muovono un passo senza scorta e auto blu.
Erano quelli della “trasparenza” e delle dirette in “streaming”, oggi sono quelli delle segrete stanze, degli Stati generali: gente senza una visione del paese, gente che naviga a vista accettando compromessi gravissimi pur di mantenere le poltrone.

Il MoVimento5Stelle è diventato “la casta” che voleva abbattere!

Per gran parte degli italiani, almeno per quelli che avevano seppellito la “matita elettorale”, rappresentavano la speranza, il tentativo, forse l’ultimo, di cambiare verso, di aprire veramente i Pazzi Romani come scatolette di tonno.

Ma poi, alla “prova della poltrona”, così non è stato!

Alla prova di governo del paese e di città importanti come Roma e Torino, i grillini non hanno spostato neppure una virgola, rivelandosi tali e quali a quelli della Prima Repubblica, ma solo con tanta, ma tanta “incompetenza” in più: gente mediocre, impreparata e inadeguata a riscoprire gli incarichi istituzionali.

Insomma, con loro al timone, tutto è rimasto come prima, se non addirittura peggio.

Senza voler entrare nei sofismi politici (alias “pippe mentali”) – che lasciamo ai soliti “tromboni” che imperversano, con il loro inutile chiacchiericcio dalla mattina alla sera, su tutte le tv – basta guardarsi intorno per vedere come siamo ridotti.

Dalle buche per le strade ai marciapiedi dissestati, dai cassonetti stracolmi che non sanno neppure cosa sia la “differenziata” al traffico cittadino, dallo smog all’incuria di quel poco verde che c’è rimasto, dal disastro dei mezzi pubblici alla burocrazia che ci asfissia, dal sito web brutto e impossibile del Comune di Roma (loro che dovevano fare la “Rivoluzione Digitale”!) alle tasse sempre e soltanto per i soliti fessi (con l’IMU per i romani all’11,4 per mille!),…

Cosa hanno fatto i 5Stelle in questa legislatura?

Cosa resterà della loro azione di governo?

A parte le macerie e la tanta desolazione, il “Reddito di Cittadinanza” e i “Navigator”!

Nel complesso, “una bufala” che umilia i veri poveri, illude su offerte di lavoro improbabili, incentiva il lavoro nero.

Davvero troppo poco e fatto pure male, da chi invece ci si attendeva la legge sul conflitto d’interessi, la riforma della giustizia e della burocrazia, la lotta all’evasione fiscale, lo sviluppo economico, la giustizia sociale, il rispetto dell’ambiente e soprattutto dei… cittadini.

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11 Responses

  1. Maria B. ha detto:

    C’è stato un momento, nel nostro Paese, in cui davvero la maggioranza degli italiani pensava che il Movimento 5 Stelle potesse rappresentare una speranza. L’exploit alle Politiche dell’anno scorso, arrivato dopo un decennio di battaglie e slogan lentamente assimilati dall’elettorato, ha sparigliato le carte nel panorama politico nazionale e internazionale, perché ha fatto assurgere a temi di dibattito questioni che prima nessun altro aveva posto. Almeno, non in maniera così chiara. La guerra ai poteri forti, i lobbisti chiamati per nome e cognome, la sacralità della missione politica, il vincolo di mandato, la rinuncia alle immunità parlamentari, i tagli agli sprechi della politica, la chiusura ad ogni tipo di alleanza, le decisioni prese in diretta streaming. Nessun soggetto politico, prima, aveva proposto questo agli italiani. E infatti gli italiani hanno dimostrato, con l’astensionismo prima e con il voto di protesta poi, quanto fossero stanchi della Balena Bianca, del berlusconismo, della sinistra radical chic, dei finti sostenitori degli operai e di tutti quei modelli che la Storia, e i fatti, avevano bocciato. Chi, il 4 marzo dell’anno scorso, ha votato Movimento 5 Stelle, credeva davvero nelle facce pulite di Luigi Di Maio e compagni, non a caso da tutti chiamati “ragazzi”, mica politici. Credeva nel cambiamento, credeva in un’Italia nuova che di lì a poco sarebbe stata (ri)costruita, fidandosi ciecamente del fatto che ‘uno vale uno’ e che i professionisti della politica sarebbero stati pensionati. Poi, però, qualcosa è cambiato. I ‘ragazzi’ sono diventati prima ‘portavoce’ e poi ‘onorevoli’ dotati non di uno, ma di 28 portavoce; qualcuno ha rinunciato alle auto blu facendosi rimborsare 26mila euro di taxi; i ‘poteri forti’ sono diventati alleati e le dirette streaming sono scomparse, lasciando il posto ai conciliaboli riservati. Come in una Dc qualunque. I consensi hanno cominciato ad imboccare la china discendente, le ultime elezioni regionali sono state un disastro… ed ecco il colpo di genio: cambiamo le regole che hanno fatto del Movimento 5 Stelle il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio è salito sul pulpito e, senza consultazioni, senza condivisione, ha appallottolato come una cartaccia dieci anni della sua storia. Via libera alle alleanze, addio al vincolo del doppio mandato. Se avesse detto “mi devo inventare un lavoro perché alla fine della mia seconda legislatura sarò un disoccupato qualunque” avrebbe fatto meno impressione. Almeno sarebbe stato sincero. Perché la perdita di consensi verticale che sta subendo il Movimento 5 Stelle dipende da questo: non è più quello che dice di essere. L’affidabilità è un valore imprescindibile in un rapporto a due, tra due amanti come tra l’eletto e l’elettore. La ‘riconoscibilità’, ad esempio, è ciò che consente alla destra sociale di conservare – nonostante propugni idee spesso superate e anacronistiche – il suo elettorato: perché non cambia, non fa sorprese, incarna esattamente i valori in cui quel 3% si identifica. Il Movimento 5 Stelle no. Muta pelle più in fretta dei serpenti perché ha dimostrato, coi fatti, di non avere capisaldi e di non dare certezze: tutto può cambiare, a seconda del momento. Ed ora è cambiato fino a snaturarsi. E’ un Pd sbiadito, con le sue regole sempre trasgredite grazie alle mille deroghe. Di Maio è una caricatura di Renzi, sebbene abbia fatto il percorso inverso: dal chiodo alla giacca, e non il contrario. E’ un peccato, perché le intenzioni erano buone. Talmente buone che in tanti abbiamo fatto finta di non vedere l’impreparazione, l’approssimazione, le gaffes, illudendoci ancora una volta che il fine giustifica i mezzi. Ma a tutto c’è un limite, lo sapeva pure Machiavelli. “Perché un principe che può fare quello che vuole è un pazzo”. E un popolo che non sbaglia non esiste.

  2. Eloise Ferretti ha detto:

    Grillo ed i suoi cari paramentari stanno mettendo KO l’economia.
    Grazie beppe

  3. Excelsa Edrissi ha detto:

    Buona domenica a tutti

  4. Jaqueline Bruattò ha detto:

    In Italia servirebbero governanti svizeri o tedeschi: noi italicisiamo purtroppo levantini nati

  5. marco b. ha detto:

    Assolutamente sì. L’idea di portare l’onesta in politica e la politica fuori dai palazzi era anche buona, anzi ottima. Peccato però che poi quell’idea è stata vestita di complottismi, antiscientismi e antitecnicismi che l’hanno irrimediabilmente rovinata, e abbassata al livello della parte peggiore del popolo italiano anziché, come voleva essere agli inizi, elevarla alla parte migliore.

  6. Domenico Sepe ha detto:

    Io direi 50 per cento, mi spiego: il primo limite era di ordine politico perché, partendo dal presupposto che il M5S è un melting point di varie tendenze politiche, l’alleanza di governo con la Lega ha esaltato le componenti propriamente di tendenza conservatrice del Movimento stesso. (Di fatto, se si fosse alleato con il PD, forse staremmo parlando di un’altra storia e di un’altra tendenza politica prevalente in tutti i campi). Ma il Movimento ha un grande merito di ordine tanto filosofico quanto politico e sociale: aver messo nell’agenda legislativa la questione del reddito di cittadinanza (che tale non è ma sui limiti e le possibilità dello stesso si potrebbe parlarne per ore) nel senso che, con l’avanzare dell’automazione i posti di lavoro certamente non andranno ad aumentare (questa è una questione di ordine macroeconomica e sociologica futuribile) ma, sopratutto, ha posto un freno, con un intervento statale, alla deprecabile pratica di offrire salari da fame spesso in nero vista la situazione attuale che fa arricchire chi già ha e fa morire chi invece lavora come dipendente (o peggio parasubordinato). Quindi la questione del reddito è lo specchio della mia opinione: si poteva osare di più ma aver iniziato è già un punto positivo, la giustizia sociale è un valore costituzionale all’art 3 (anche art 47 volendo), la solidarietà (di cui parla anche il Trattato sull’Unione Europea) dovrebbe imporre a tutti gli Stati una forma di aiuto sua nella forma di reddito che di integrazione ad uno stipendio basso, la prima perché in un paese del cd Primo Mondo non ci può essere gente che deve dormire per strada e morire di freddo o fame ( e ancor meno nella terza potenza economica europea), la seconda segue una logica diversa: se si osserva che il mercato non riesce ad offrire salari migliori allora lo Stato deve intervenire o nel Cuneo fiscale o anche con una integrazione concreta di spesa ai salari bassi (da cui parliamo di salario minimo che è una forma di questa idea ma le soluzioni potrebbero anche essere diverse e non andare addosso ai soli imprenditori), perché non è possibile che ci si lamenta della mancanza di stagionali negli hotel in estate, se, ad esempio, prendevano 700 euro in tre o quattro mesi compresi di vitto e alloggio (cosa poi da verificare sul come e sul se) io non so se uno ritorna con tremila euro netti a casa allora, a dimostrazione non della svogliatezza degli italiani ma dell’ingiustizia insita nel meccanismo, lo Stato ha costretto ad offrire un salario più giusto (visto che gli stagionali a volte lavorano anche da 12 fino a 15 ore al giorno) perché la questione non è mai solo il lavoro in se ma la sua dignità (di cui parla sempre la Costituzione). Quindi, come in ogni cosa, ci saranno casi di abuso della misura ma il principio generale è giusto ma, ripeto, si poteva fare una ristrutturazione totale per allinearsi ai paesi nordici o alla Germania. In ultimo, per chiudere la prospettiva, se vogliamo anche incentivare la cd mobilità del lavoro, lo stato deve assicurare sostegno tra un lavoro ed un altro (da cui la cassa integrazione)

  7. antonella rm ha detto:

    Non di certo era prevedibilissimo… Perchè dovrei essere delusa?
    La delusione avviene difronte ad una aspettativa non conseguita…

  8. enrico g ha detto:

    Deluso, no. Non m’aspettavo meraviglie (l’Italia non è “rivoluzionaria” ma casinara) ma nemmeno le brutte scivolate sui principi e la spaventosa dimostrazione d’ignoranza dei quadri al governo. Poi, mi è venuta a noia la loro inutile cialtronesca verborragia e incapacità di sintesi che affoga i loro messaggi e, anche, quell’arroganza (tipica di chi ha capito da poco una cosa) fascistoide – che avevano quelli di FI, insopportabili! – di parlare addosso all’interlocutore, interrompendo incessantemente e irrispettosamente.

  9. Domenico ha detto:

    Per me non è stata affatto una delusione! Io non avevo dubbi sul fatto che fossero parolai, pasticcioni, inesperti, iper ideologizzati con idee balzane, retrograde oppure utopiche e irrealizzabili. Non avevo nemmeno dubbi sul fatto che appena entrati nelle stanze di comando, avrebbero ridimensionato di molto tutti i loro slanci ideali adolescenziali e si sarebbero adeguati alla dura realtà e alla comodità delle poltrone. Il movimento in se conteneva qualcosa di interessante, ma per coerenza doveva rimanere un movimento. Dopo aver detto quello che ha detto del Parlamento, non sarebbe mai dovuto entrarci. Quello che mi stupisce è l’entità della loro disfunzionalità. Sembra che, posizione sui migranti a parte, su TUTTI i dossier tengano la posizione esattamente contraria al buonsenso: sul Venezuela difendono Maduro o ne impediscono la censura ufficiale, sulla TAV si affidano a buffi pseudo esperti per dire che è inutile, l’autonomia di alcune regioni virtuose è impedita perché meglio tutti male che qualcuno male e qualcuno bene, sul reddito di cittadinanza hanno definito un reddito più alto di quello di molti che lavorano, altre opere pubbliche sono bloccate per motivi ideologici, e altre che ora non ricordo. NON NE AZZECCANO UNA NEMMENO PER SBAGLIO. Non è stato una delusione, anzi, sono molto molto più stupidi di quello che mi aspettavo.

  10. Serenella ha detto:

    Sì, una dolorosa immensa delusione. Cerco di fare un elenco esaustivo:

    1 – accettare compromessi per governare ( l’ho votato sperando che rimanesse all’opposizione per avere tempo formare una classe politica all’altezza.

    2 – la mancanza assoluta di una visione di paese: navigano a vista accettando compromessi gravissimi pur di mantenere le poltrone.

    3 – un duopolio monarchico-dittatoriale fra l’erede Casaleggio e Di Maio, esautorando di fatto anche Grillo

    4 – scelta dei ministri inadeguata ( si può dire scellerata?): in primis Di Maio che si è preso ben due ministeri, quelli che forse richiedono un più alto grado di preparazione. Totalmente incapace e di intelligenza non eccelsa ( eufemismo) Toninelli. Inesistente il ministro della Sanità.

    5 – sfacciatamente mentitori sulla democrazia diretta, una forzatura del passato ora farsa conclamata.

    6 – mediocrissimo anche il portavoce( curriculum: il grande fratello?), che parla e fa parlare troppo e spesso a sproposito, ma non cura l’informazione sulle buone cose ( anche se poche) che il governo ha fatto o fa.

    7 – reddito di cittadinanza: una bufala che umilia i veramente poveri, illude su offerte di lavoro ( ben tre in previsione) improbabili, che dà spazio ai furbetti di racimolare un po’di denaro.

    8 – ignora o cincischia sui temi veramente importanti: riforma burocratica – lotta all’evasione fiscale – sviluppo economico.

    In conclusione mi dichiaro colpevole – ma pentita – di aver contribuito a mandare al governo un’accozzaglia di ignoranti senza cuore e con scarsa intelligenza, nessuna cultura, ricchi solo di ambizione.

    Il mio cruccio è: chi votare? Scheda nulla? Tengo d’occhio “potere al popolo” ma con molta prudenza, anche perché i media lo ignorano ed è quindi difficile capirne idee e programmi.

  11. Francesco T. ha detto:

    Non ho mai votato 5 Stelle ma, ovviamente, alcune delle proposte che avevano, spogliate dalla retorica, erano interessanti. Ricordo soprattutto all’inizio, c’era chi li scambiava per i lPodemos italiano. Ambientalismo e lotta alla corruzione, dopo il berlusconismo, non potevano che essere dei temi che toccavano il cuore. A distanza di 6 anni e alla prova dei fatti sono riusciti a rimangiarsi TUTTI i temi per i quali avevano fatto le barricate e tanto casino, dai condoni all’immunità. Il bello è che ci sono tantissimi video dove dicono una cosa, che vengono messi a confronto con i fatti di oggi (non si può scappare dai contenuti digitali disseminati nel tempo). Passare dal 32% al 22% in un anno è il segnale di quanto abbiano tradito il loro elettorato

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