C’è tanta voglia di “normalità”.

di Redazione. Che ci sia tanta voglia di “normalità” e di tornare alla vita di sempre è inconfutabile. Il virus ci ha condizionato per oltre un anno e mezzo, rubandoci affetti e piccole abitudini di tutti i giorni, limitandoci nelle nostre azioni quotidiane, dal lavoro alla scuola, da un abbraccio ai nostri nonni, ad una cena al ristorante.

E che ci sia tanta voglia di normalità, lo dicono i numeri: il 79% degli italiani è pronto per tornare a cena fuori entro le prossime tre settimane. Lo rivela un sondaggio di TheFork, secondo cui il 50% degli intervistati tornerà al ristorante già questa settimana e il 28,5% nelle due settimane che seguiranno. Il 62,5% dichiara poi che andrà a mangiare fuori con la stessa frequenza di prima della crisi sanitaria.  Inoltre, il 51% si sente più al sicuro a cena in un ristorante che rispetta le misure anti-covid che a mangiare a casa di amici mentre il 27% non ha saputo esprimere un parere a riguardo e il restante 22% si sente al contrario più in sicurezza nelle abitazioni private.

A proposito di restrizioni, TheFork ha chiesto ai suoi utenti se queste fossero un ostacolo per il ritorno in sala: il 56,5% risponde di no, il 31% ritiene che lo siano solo in parte, il 10% le reputa un fattore che influenza il proprio desiderio di tornare a mangiare fuori. A fronte dei nuovi protocolli di sicurezza, il 57% si è dichiarato molto d’accordo con il distanziamento di 2 metri e parzialmente d’accordo con l’apertura dei soli posti all’aperto (47%).   

Questa pandemia ci ha insegnato tante cose, che il futuro è incerto, che tutto può cambiare dall’oggi al domani e che gli italiani a tutto possono rinunciare tranne che a “cappuccino e cornetto” al bar e ad una bella “amatriciana” al ristorante!

Insomma, buone notizie per gli addetti alla ristorazione che nel giro di qualche settimana si rifaranno dei mancati incassi di questa pandemia con tanto d’interessi e a lamentarsi torneranno i “soliti fessi”, i cosiddetti “garantiti” i quali continueranno sempre a percepire la solita miseria di stipendio o di pensione, ma con qualche tassa in più per ripagare “sostegni” e “ristori” concessi a chi adesso riprende ad incassare soldi a palate!

 

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