Caro Zingaretti, portaci al voto! Non possiamo più accettare di essere governati da una specie di Troika populista.

di Riccardo Ruggeri. Caro Segretario Zingaretti,
non ho alcun titolo per scriverle, se non quello di essere un vecchio signore che continua ad amare l’Italia, anzi, dopo le ultime dolorose ferite, la ama ancor di più. Avendo il privilegio di essere stato per tutta la vita un apòta, quindi esente da ideologie e da ambizioni politiche personali, sono interessato a una sola cosa: veder uscire il “mio” Paese da questa situazione di giornaliero chiacchiericcio sul nulla e ovvio stallo politico.

Il modo? L’unico democratico: far decidere i cittadini.

Mi creda, non possiamo più accettare di essere governati da una specie di Troika populista: un artista di varietà, un imprenditore digitale, un avvocato, nessuno di loro eletto.

Intendiamoci persone degne, ma fuori scala rispetto ai tempi e ai problemi. Questa Troika sovraintende un gran numero di parlamentari eletti, oggi alla sbando. Purtroppo, in questi quasi due anni sono emersi, in termini di execution politico-operativa, tutti i loro limiti (mancanza di spessore politico culturale e totale assenza dei “fondamentali” minimi per gestire, non dico uno Stato, ma una cartolibreria). Non parliamo, per carità di patria, di questi ultimi quattro mesi. Non hanno ancora compreso la differenza fra sogno e realtà, fra ideologie elementari ed execution professionali: l’ultimo, il caso Ilva è da brividi. Un caso simile non deve più succedere, non lo meritiamo.

Il paese ha bisogno di un grande “rammendo” nelle sue articolazioni politiche, economiche, culturali, sociali, soprattutto umane. Abbiamo bisogno di riflessione, lavoro, silenzio. E da subito, visto che il mondo sta implodendo, sempre più fragile, sempre più esplosivo. Sarebbe meglio farlo con un nuovo governo, dopo che i cittadini avranno deciso se confermare o se modificare il loro voto del 4 marzo 2018.

Caro Segretario, come ci hanno insegnato alle medie, in matematica “mai saltare i passaggi”.

Per uno dei tanti strani accidenti della Storia lei si trova di fronte a una responsabilità immensa, perché lei oggi è l’unico leader che ha il potere, approvata la Manovra, di far cadere, democraticamente, e per meditata scelta politica, il Conte Bis. E passare finalmente la palla al Presidente Mattarella. Lei sa da agosto, come Segretario, che il Pd (quello vero, non quello fighetto delle Ztl) avrebbe tutto da guadagnare ad andare al voto. Sia chiaro, non sono nessuno per darle consigli, ma sappia che le sono umanamente vicino, qualsiasi cosa decida, perché la considero una persona perbene.

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2 Responses

  1. Berto'77 ha detto:

    In molti siete convinti che il voto di preferenza sia la panacea di tutti i mali, io , mi dispiace per voi, mi dissocio e penso – non avendo nessuno da preferire ad un altro nessuno – che è solo una questione di lana caprina. Contano gli ideali, i programmi non gli uomini…. che poi passano!

  2. Giacomo -TO ha detto:

    Se andiamo al voto con l’attuale sistema, non sceglieremo il ns. rappresentante.
    Chi è contrario alle preferenze per il voto in Parlamento, mi dovrebbe spiegare perchè per le elezioni:Circoscrizionali – Comunali – Regionali le preferenzeci sono mentre al Parlamento NO, perchè? Perchè questa disparità di trattamento fra i candidati a circ.ni, comuni, regioni e quello al Parlamento. Col sistema attuale sarà la posizione data al candidato dal partito a determinare la elezione. Io posso scegliere il simbolo, ma non il candidato ovvero il mio rapp.te.
    Ma è così difficile capire che se non si torna ad un rapporto diretto elettore \ eletto, la partitocrazia è lei a decidere?
    Certo il sistema preferenze non è perfetto, ma lo si usa sempre meno che per il Parlamento:Qualcuno può spiegarmi il motivo logico di questa DISPARITA’.

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