Caro Santo Padre, perché lei desidera che i contribuenti destinino l’8 per mille al clero se fosse accertato, e non lo è, che il grano fa schifo?

di Vittorio Feltri. Il Papa fa il Papa e nessuno gli può negare il diritto di parola. Qualsiasi cosa dica è legittima.

Pertanto quanto stiamo per scrivere non va interpretato come un tentativo maldestro di censurarlo. Semplicemente gli offriamo un ragionamento forse utile per chiarirgli le idee. Egli ieri ha affermato che la Chiesa per essere pura deve rinunciare al denaro e al potere. Bella frase che esprime una nobile intenzione. Però il concetto mette in risalto ingenuità e velleità. Infatti, come ripeteva spesso Enzo Biagi, senza soldi non si fa nemmeno beneficenza. E senza potere si rimane in brache di tela. D’altronde il Vaticano non è mai stato una sacca di miseria come non lo è la dimora sontuosa del pontefice. Non credo che San Pietro e la cappella Sistina siano diventati capolavori a caso. Per realizzarli suppongo siano stati indispensabili finanziamenti importanti. E sorvoliamo sui musei che contengono opere d’arte le quali, presumo, non sono state recuperate gratis. La famosa Pietà di Michelangelo l’avrà pagata qualcuno, immagino. Ma questi sono dettagli. Tutta la poderosa rete di impianti, luoghi di culto cattolici, cattedrali, parrocchie e oratori inclusi, avrà comportato una spesuccia. Prendiamo la Caritas, che nutre i disperati dalle Alpi alla Sicilia, vive d’aria fresca o sta in piedi con capitali assai importanti? A questi poveri interrogativi bisognerà pur dare risposte non cretine. Caro Santo Padre, non abbiamo finito. La Chiesa giustamente non vuole versare l’Imu visto che le sue attività hanno finalità benefiche e non puntano alla speculazione quanto quelle dei supermercati. Però di palanche si tratta comunque. Significa che anche lei, pur predicando avversione per i dindini, o piccioli, non li sottovaluta ben sapendo che chi non ne ha non fa, chiude la baracca e va a casa, magari a lavorare. Vogliamo esaminare la questione dell’8 per mille? In Tv vedo ogni giorno spot che incitano il popolo a donare il suddetto contributo ai preti, che poi ne fanno buon uso, e su questo non esistono dubbi, tant’è che anche la mia trascurabile persona provvede a consegnarlo loro. Perché lei desidera che i contribuenti destinino la piccola percentuale del reddito al clero se fosse accertato, e non lo è, che il grano fa schifo? Evitiamo ipocrisie. La Chiesa detiene storicamente un potere esercitato oculatamente e con grande perizia a qualsiasi livello, perfino politico. Negarlo sarebbe ridicolo. Infatti il suo ultimo anatema in materia di quattrini suscita risate. È una falsità dichiarare che i sacerdoti odiano il contante e non amano comandare. A proposito. Mi saluti gli amici dello Ior che non è la nostra banca bensì la sua, santità.

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