Canone Rai con la bolletta della luce, non scappa più nessuno?

80 euro di cuneo fiscale. 80 euro di bonus bebè. 80 euro di canone Rai. 80 è il numero del premier, che se rapportato alla numerazione che i calciatori indossano sulla maglietta lo relegherebbe a vita a scaldare la panchina a bordo campo, senza mai entrare in gioco. Invece lui, il premier senza voti, è il capo del governo italiano e decide sulle sorti dei suoi connazionali che però, per uno strano scherzo della democrazia, non lo hanno mai eletto! Comunque sia, la riforma del canone Rai è pronta per andare in onda. Ma la trasmissione dell’odiosa tassa, riscossa sul possesso del televisore, non sarà trasmessa a reti unificate, ovvero redistribuendo il balzello tra tutte le reti televisive, ma solo a mammaRai.
La tassa sul possesso della tv si pagherà unitamente alla bolletta della luce con l’obiettivo dichiarato di garantire all’azienda di viale Mazzini un gettito di 1 miliardo e 800 milioni di euro l’anno. Più o meno quanti la Rai ne incassa ora, ma chiedendo agli italiani – almeno per il momento – un importo inferiore agli attuali 113,50 euro. E’ previsto, infatti, un tetto massimo di 80 euro da far pagare a tutti anche a coloro che fino ad oggi hanno evaso il canone e anche a coloro che non hanno in casa il tradizionale elettrodomestico collegato all’antenna, ma sono possessori di pc o tablet.

Praticamente non si salva più nessuno!? Per non pagare la tassa bisognerà – sul modello della Bbc – dimostrare di non possedere una tv o anche qualsiasi dispositivo con cui sintonizzarsi sui programmi del servizio pubblico: tablet, ipad, smartphone, pc. La platea dei paganti si allargherà, in netta antitesi con il calare dei telespettatori in fuga dai programmi Rai giudicati poco… soddisfacenti. Insomma, una bella batosta per chi da queste pagine si era da sempre battuto per una diversa soluzione: o il canone andava redistribuito anche con l’emittenza privata, oppure la Rai doveva rinunciare agli introiti della pubblicità. Secondo un sano principio di buon senso, perchè la Tv di Stato non può essere finanziata sia con i soldi dei cittadini che con quelli degli spot. Delle due l’una: se la pubblicità resta in Rai il canone va abrogato, altrimenti redistribuito con tutte le altre emittenti. In conclusione, se a pensar male si fa peccato, è pur vero che quasi sempre ci si azzecca, per cui non è poi cosi insensato preoccuparsi del fatto che prima o poi – magari dopo l’ennesimo bilancio in rosso di mammaRai – il tetto degli 80 euro di canone verrà sfondato!

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