Carlo Calenda: “L’ora dell’unità”.

di Carlo Calenda. Quest’anno il PIL italiano subirà una contrazione intorno al 10%. Un calo che ha un solo precedente, nel 1945. Siamo vicini a un punto di non ritorno per l’Italia e per il nostro stile di vita, costruito dal duro lavoro di tre generazioni di italiani.
Al di là del giudizio sull’operato del Governo Conte, esiste un’evidenza: nessun esecutivo “di parte” potrà affrontare quello che ci aspetta nei prossimi mesi. Per la gravità delle scelte che saremo chiamati a prendere, ma anche per la profondità del cambiamento che dovremo mettere in atto in un tempo brevissimo.
È il momento di chiudere una lunga stagione di conflitto ideologico davanti alla necessità di unità nazionale. Nel 1945 i nostri nonni furono in grado di farlo, in presenza di differenze ideologiche ben più profonde.
La fase di rilancio e ricostruzione del Paese non può essere affidata a una sola parte politica, ma d’altra parte non può nemmeno essere affidata a un Governo tecnico, che sancirebbe, ancora una volta, il fallimento della politica e dunque della rappresentanza democratica.
Abbiamo bisogno di un Governo di unità nazionale politico, formato dalle personalità meno conflittuali dei diversi schieramenti, capace di assicurare un consenso ampio e profondo nel Paese alle decisioni difficili, ma necessarie, che si dovranno prendere.
A chi obietterà, guardando alla conflittualità politica passata e presente, che tutto ciò è impossibile, rispondiamo che in questa legislatura abbiamo già visto nascere due Governi composti da forze politiche che avevano detto “mai insieme”. Sarebbe un peccato se l’unica giravolta che serve al Paese, e non ai partiti, sia quella che non si riesce a fare.
Ci sono momenti nella Storia in cui le cose impossibili diventano inevitabili.

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