Bistecca 2.0, via libera in Usa alla carne sintetica.

di Redazione. Addio alla nostra cara, vecchia e ‘buonissima’ Chianina che pascola libera e gioconda nelle verdi valli?

Per il momento sembrerebbe proprio di no e possiamo quindi continuare a deliziarci con le nostre carni succulenti e prelibate. Non altrettanto accade oltre oceano dove molto presto nei piatti dei cittadini americani potrebbe arrivare la Bistecca 2.0, ovvero una ‘braciola’ artificiale coltivata in laboratorio.
Le agenzie Usa, Fda, Food and Drug Administration (“Agenzia per gli alimenti e i medicinali”) e il dipartimento per l’agricoltura statunitense (Usda) con un comunicato congiunto hanno dato il via libera alla vendita della carne sintetica, ottenuta a partire da colture cellulari. Le due agenzie si occuperanno congiuntamente degli aspetti regolatori e di sicurezza di questi prodotti, facendo così cadere l’ultimo ostacolo legislativo all’uso su larga scala.
Senza dimenticare i costi di produzione ancora molto elevati, si prevede che la carne sintetica possa arrivare nei piatti nel 2020. Infatti, anche se al momento molto alto, il prezzo della carne coltivata potrebbe decrescere rapidamente fino a diventare “economica”, grazie ai miglioramenti tecnologici.
Per ottenere la carne sintetica la tecnica consiste nel prelevare cellule muscolari e nutrirle con proteine per far crescere del tessuto. Un processo, che una volta partito, teoricamente potrebbe continuare a produrre carne all’infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente. Può essere prodotta come strisce di fibra muscolare, fatta crescere attraverso la fusione di cellule staminali embrionali, cellule staminali adulte o cellule satellite specializzate del tessuto muscolare, coltivate in un bioreattore.
Numerosi, secondo gli esperti, i vantaggi della carne coltivata in laboratorio. Eliminerebbe la necessità di allevare e macellare gli animali: solo negli Usa ogni anno vengono uccisi circa nove miliardi di polli e 32 milioni di bovini. Inoltre, contribuirebbe a limitare i cambiamenti climatici: l’agricoltura e la produzione di carne in particolare rappresentano una delle principali fonti di emissioni di gas serra

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