Bielorussia, scontri e arresti dopo la rielezione di Lukashenko.

di Attilio Runello. Oggi 14 agosto la Commissione elettorale delle elezioni presidenziali in Bielorussia ha reso ufficiali i risultati elettorali della tornata del 9 agosto.
Ha confermato la vittoria di Lukashenko con l’ottanta per cento delle preferenze. Alla sua rivale solo il dieci per cento.
Ha votato il 79% degli aventi diritto.
Nelle precedenti elezioni ci risulta che le elezioni si fossero svolte sotto il controllo degli osservatori dell’Osce.
L’Unione europea che ha un rapporto di partenariato con la Bielorussia ha sollevato obiezioni per le detenzioni di esponenti dell’opposizione e per la dura repressione delle manifestazioni.
Il Parlamento europeo non ha avuto un rapporto con l’assemblea legislativa precedente, ma ha cercato di averli con l’opposizione.
Non sappiamo se ci sono stati brogli. Sicuramente non c’è un clima che accetti l’opposizione. Svetlana Tsikhanouskaya dopo aver richiesto un nuovo conteggio dei voti è andata nella vicina Lituania.
In questi giorni ci sono state manifestazioni in diverse città della Bielorussia, anche violente.
Alcune migliaia di persone sono state arrestate. In parte successivamente sono state rilasciate.
Sembra che le manifestazioni siano organizzare da social gestiti in altri paesi.
In alcune aziende i lavoratori hanno deciso di scioperare.
È difficile dire quali possono essere gli sviluppi.
La vittoria di Lukashenko è stata salutata con favore da Russia e Cina.
Sia dall’Unione europea che dal leader dell’opposizione sono arrivati appello a manifestazioni non violente.
Il paese gode di un buon sistema sanitario, le persone hanno un alto livello di istruzione, ha un sistema industriale pubblico e privato.
Negli anni Novanta a differenza di altri paesi ex sovietici ha mantenuto nelle mani dello Stato le imprese favorendo la nascita di un sistema privato.
Di recente è stata ultimata una centrale nucleare di nuova generazione, grazie alla tecnologia russa.
Al tempo stesso si sta cercando di avere forniture di petrolio oltre che dalla Russia anche da americani e parsi arabi.
È difficile credere che Lukashenko possa essere scalzato. È anche difficile credere che non sia supportato da parte della popolazione. Non sembra nemmeno essere il classico oligarca che si arricchisce e sostiene un sistema corrotto.
Proviene dalle fila del vecchio Partito comunista dell’Unione Sovietica e non è disposto a perderne i metodi.

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1 Response

  1. bobo ve ha detto:

    …mi permetto sommessamente di nutrire qualche perplessità sulla regolarità di certe elezioni.

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