Basta usare il calcio in chiave politica!

Germania-Ungheria, attivista Lgbt in campo con la bandiera arcobaleno durante l’inno ungherese

di Yvan Rettore. Ho letto che ieri sera alcune persone hanno tifato per la Germania nella partita degli Europei di Calcio contro l’Ungheria solo perché alla testa di questo Paese c’è un certo Orban che si sta applicando nel fascistizzarlo senza tregua.
A parte il fatto che confondere tutti gli ungheresi con la megalomania di questo novello “Mussolini” in salsa magiara è un insulto gratuito fondato su una banale quanto ridicola generalizzazione, rimane il fatto che quella di ieri sera era una partita di calcio e non un confronto bellico tra due nazioni!

Da ragazzo ho ammirato tantissimo l’Argentina di Mario Kempes che si laureò Campione del Mondo di Calcio nel 1978, quando allora i nostri cugini vivevano ancora sotto l’incubo di una feroce dittatura fascista.

Otto anni prima a riuscirci per la terza volta era stato lo stellare Brasile di Pelé e anche in quel caso a Brasilia comandavano ancora i militari.

E che dire della meravigliosa Ungheria di Puskas che fece venire i sorci verdi alla Germania a Berna nel Mondiale del 1954, prima di cedere alle “anfetamine” di cui erano pieni zeppi mezza dozzina dei giocatori teutonici in campo.

E in quel periodo a Budapest imperava una dittatura comunista controllata da Mosca.
Per non parlare della vittoria della Cecoslovacchia “comunista” di Masopust che arrivò in finale del Mondiale del 1962 e del Portogallo “fascista” del grandissimo Eusebio che per poco sfiorò lo stesso risultato quattro anni dopo.

Ma anche nella Storia dei campionati europei di calcio, ci sono state imprese analoghe con le vittorie dell’Unione Sovietica di Jascin nel 1960, della Spagna “franchista” di Suarez nel 1964 e della sorprendente Cecoslovacchia “comunista” di Panenka e Nehoda nel 1976 conttro una fortissima Germania Ovest.

E gli italiani forse dimenticano (o manco sanno) che l’età d’oro della Nazionale avvenne proprio durante il Ventennio quando nel giro di soli 4 anni, l’Italia conquistò 2 mondiali consecutivi e le Olimpiadi di Berlino.
E più recentemente quando l’Italia conquistò il suo terzo Mondiale, lo fece distruggendo tre Nazionali (Argentina, Brasile e Polonia) di Paesi retti da dittature ma in cui giocavano fenomeni del calibro di Maradona, Zico, Boniek e tanti altri.
Detto questo, quando si parla di calcio ci si dovrebbe limitare a ciò che si vede in campo e ad applaudire ed omaggiare quei giocatori che sono capaci di regalarci prodezze e giocate che hanno fatto la bellezza e la leggenda di questo sport.

Mettersi a guardare invece una partita tifando unicamente una squadra per ragioni politiche mortifica il calcio stesso, perché lo sport è un’altra cosa e non può essere confuso e nemmeno ridotto con chi è al potere in modo illegittimo in quel momento in uno dei paesi la cui Nazionale è in campo.

Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2021/06/basta-usare-il-calcio-in-chiave-politica.html

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2 Responses

  1. Elena S. ha detto:

    Caro Attilio, un reato è sempre un reato ed in quanto tale va sanzionato, anche in politica, altrimenti non sarebbe un reato ma un atto lecito!!!

  2. Attilio ha detto:

    Condivido che sport e politica devono rimanere separati. Paragonare Orban a Mussolini mi sembra eccessivo. Capisco che è di moda.
    In Ungheria ci sono libere elezioni e i politici di opposizione non vengono messi in galera.
    In Spagna i politici che hanno promosso il referendum in Catalogna sono in galera. E nell’Unione europea nessuno ha detto nulla. Per reati politici nessuno deve finire in galera in un paese democratico e l’autodeterminazione dei popoli non dovrebbe essere tutelata in democrazia? Junker aveva detto che è politica. La Ue non era interessata a interferire.
    Come vedi ci sono due pesi e due misure

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