Aumento Iva: da oggi fare la spesa costerà ancora di più!

La disoccupazione ha raggiunto i livelli più alti dal 1997: 4 giovani su 10 non lavorano. E chi un lavoro ce l’ha o è sottopagato o rischia di lavorare gratis, restando addirittura senza stipendio! La produzione industriale è ai minimi storici, le piccole e medie imprese chiudono i battenti e il debito pubblico continua a crescere vertiginosamente.In questo contesto, nel quale ancora non si è ben capito se il governo c’è o non c’è, l’Iva è passata dal 21 al 22%, collocando l’Italia tra i Paesi dell’Unione Europea con le tassazioni indirette più alte! Pertanto, da oggi, fare la spesa costerà ancora di più. Il ritocco al rialzo dei prezzi va dalle scarpe ai frigoriferi, dai cosmetici alla parcella degli avvocati, dalle auto ai detersivi, dal vino al caffè. Si salvano, ma solo per il momento, la maggior parte degli alimentari. Infatti, con il rincaro dei carburanti dell’1,5 cento in più, proprio a causa dell’aumento dell’Iva, si rischia nei prossimi mesi un effetto domino degli aumenti su tutti i generi di consumo, anche su quelli di prima necessità come pane, pasta e latte.

E il governo – dopo aver incassato l’aumento dell’Iva, da tutti pubblicamente scongiurato, ma sotto sotto da tutti voluto per tenere a bada i conti pubblici e perchè imposto da Bruxellese – ora che la tempesta-Iva è passata sul corpo esanime degli italiani, peggio di un carro armato, tenta di ricomporsi, aspettando d’incassare la fiducia in Parlamento. 

Ma se fiducia dovrà essere, Enico Letta dovrebbe rimettere mano da subito al “dossier Iva” con la revisione delle aliquote ed una complessiva riforma della tassa sui consumi, per incentivare l’emersione di alcuni settori e tassarne maggiormente altri. L’obiettivo sarebbe quello di spostare alcuni beni da una fascia di tassazione a un’altra – le fasce sono tre: 22%, 10% e 4% – mantenendo comunque complessivamente l’invarianza di gettito. Ma per fare tutto ciò e per sciogliere il nodo dell’Imu sulla prima casa e quello della riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro, occorrerebbe prima di tutto un governo e poi che questo governo provveda a varare, quanto prima, la legge di stabilità, ovvero quella che un tempo si chiamava ‘manovra finanziaria’: una legge che deve essere approvata entro la fine dell’anno perché riguarda la programmazione economico-finanziaria per i prossimi tre anni. Senza un governo, niente legge di stabilità e l’Italia verrebbe di fatto commissariata dalla Troika. E allora altro che Imu e cuneo fiscale! Ma almeno stavolta la ‘gente per bene’ non avrebbe più nulla da temere, se non altro per il fatto che non ha più nulla da dare!

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