Aquarius, ecco cosa ci insegna la nave dei profughi. di Nicola Porro

di Nicola Porro. Nel mio giro, cioè delle persone che scrivono e che la pensano “bene”, la vicenda Aquarius ha una sola connotazione: Salvini ha sbagliato. Penso che sia esattamente il contrario.
Il governo giallo-verde è là per un solo motivo: per essere del tutto sconnesso, e fuori linea rispetto a quelli che mi circondano, intellettuali, giornalisti, attori e così via. Ci sono due motivi fondamentali per i quali Salvini ha vinto una partita importante.
1. Come detto se ne frega del pensiero giusto di quelli giusti: tanto non lo votano e sono relativamente pochi. E la loro aderenza alla realtà è pari a zero.
2. Anche nel merito ha delle buone ragioni. Pensate, ci dicono che non siamo solidali perchè chiudiamo i porti. Ma c’è un limite alla solidarietà? Mi spiego meglio superato un certo livello banalmente quantitativo, non riusciamo più ad essere solidali. Si dice accogliamo tutti. Ebbene dopo che li abbiamo fatti sbarcare nei nostri porti, magari dato loro una paghetta, cosa fanno questi signori? In che case vivranno, con quale lavoro, con quali prospettive? Facile essere solidali per un giorno, il tempo di farli sbarcare, e poi i restanti mesi che si fa? Insomma Salvini non ha tenuto in ostaggio nessuno, parafrasando il titolo di Repubblica e le frasi di Roberto Saviano e Gino Strada, ma ha dato un segnale forte e chiaro. L’immigrazione si deve regolare, non si possono costruire flussi migratori sulla base delle selezioni fatte dai delinquenti che gestiscono il traffico di uomini. Segnalo che in 8 anni il tanto amato Obama ha “deportato” come si dice dalle loro parti 2,5 milioni di esseri umani. E gli hanno, se non sbaglio, dato pure il Nobel per la Pace.

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