Altro che 80 euro: lavorare meno, lavorare tutti!
Oggi 80 euro a questi, domani 80 euro a quest’altri e dopodomani 800.000 posti di lavoro. Si naviga a vista.Gli 80 euro, ma non a tutti, sono anti-costituzionali in quanto tradiscono il principio di uguaglianza dei cittadini italiani, e non servono a nulla: sono poco meno di un prestito da ritornare poi al fisco sotto forma di nuove tasse! Alle buste paga dei lavoratori e all’assegno dei pensionati mancano 1.000 euro tondi tondi, dopo il blocco dei contratti e delle rivalutazioni pensionistiche, e soprattutto dopo l’entrata in vigore della moneta europea. Altro che chiacchiere! Altro che 80 euro! Da un governo di sinistra era lecito attendersi almeno l’attuazione di un progetto semplice e facile: lavorare meno, lavorare tutti! Dal momento che i soldi per riportare i salari di casa nostra sugli standard europei non ci sono, sarebbe stato logico ridurre il numero di ore lavorate dagli occupati, da spendere con moglie e figli, e redistribuire quelle ore in più a chi un lavoro non ce l’ha: ai disoccupati. Macchè. Tutto il contrario. Oggi si richiedono prestazioni lavorative H24 che vanno oltre ogni “limite di cottura” e, per contro, si paventano tagli ai salari. Un esempio su tutti: i ministeriali! Rinchiusi in gabbia, dai tornelli, peggio dei polli in batteria di un allevamento intensivo, stanno lì a scaldare la sedia per circa 10 ore al giorno. Alla Pubblica Amministrazione, ai dirigenti che non hanno obbligo di timbrare il cartellino e che prendono servizio alle dieci di mattina ed escono – ancora in auto blu – dai dicasteri romani come e quando vogliono, non gliene frega niente di cosa fanno i propri “collaboratori” in tutte quelle ore. Per la P.A. e per la sua dirigenza, conta solo la presenza non il risultato, tanto poi a fine anno piovono ugualmente premi ed incentivi erga omnes e senza riscontro oggettivo sui risultati e sugli obiettivi raggiunti! Ma oggi, con la digitalizzazione della Pa, la qualità del lavoro non si misura dal monte ore, ma dalla capacità di eseguire un compito in tempi rapidi e poi liberi tutti, non segregati ore e ore in un ministero a consumare lo straordinario alle macchinette del caffè togliendo lavoro ai giovani disoccupati!Chi lavora troppo, o meglio chi sta troppo sul posto di lavoro, fa solo danni: commette più errori, si distrae più facilmente, prende cattive decisioni, sbaglia di più e deve poi fare grandi sforzi per rimediarvi, cade in depressione, si demoralizza e si ammala, facendo del male a se stesso, all’Ufficio, ma soprattutto ai cittadini che pagano le tasse per avere un servizio pubblico efficace ed efficiente e ai cittadini disoccupati con i quali potrebbe dividere le proprie “fatiche”!
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