Alle Regioni tra Irap-Irpef versiamo 914 euro a testa!

Tasse solo tasse, in cambio di un Mezzogiorno a rischio desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da cinque anni e i giovani continuano a emigrare al Centro-Nord. Tasse solo tasse, in cambio di un tasso di disoccupazione reale superiore al 28%. 

Siamo passati, dal Belpaese di Dante, Petrarca, Boccaccio, Michelangelo e Raffaello, al Bruttopaese delle tasse, delle ruberie, della corruzione, della malapolitica e del malaffare! 
Italia terra dei fuochi… terra bruciata! Sì, perchè sul suolo italico non cresce più nulla se non le tasse, mentre si tagliano le spese per sanità, sicurezza, giustizia, istruzione e welfare. 
Siamo quel Paese dove una famiglia su 7 guadagna meno di mille euro al mese, e in un caso su quattro il rischio povertà resta anche con due stipendi in casa. 
Siamo quel Paese dove Comuni, Regioni, Province e Stato centrale fanno a gara a chi sa spremere più quattrini ai soliti “tartassati”! 
Tra il 2008 e il 2010 ogni italiano ha versato in media alla propria Regione 914 euro all’anno, di cui 642 euro di Irap e 143 di Irpef.
E seppure gli stipendi sono ormai fermi ai minimi storici senza alcuna differenziazione di salario in base al costo locale della vita, le famigerate “gabbie salariali”, ci sono delle forti le differenze regionali, sia in valori assoluti (1.287 euro nel Lazio, 500 in Calabria), che nelle aliquote (la base, diffusa al Nord, è 3,9% ma Calabria, Molise, Campania e Lazio sono al 4,97%).
Sono i dati dello Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – che rileva una forbice ampia anche nella spesa sanitaria regionale pro capite, tra i 1.967 euro nel Lazio e i 1.532 euro in Calabria.
Sul totale dei tributi propri (ovvero di tributi strettamente regionali), è dunque l’Irap a farla da padrone, pesando in media per quasi il 66% nel Sud contro il 69% del Centro-Nord; l’Irpef per il 16,8% contro il 15,8%.
Tra le regioni, l’Irap – imposta regionale sulle attività produttive – pesa per il 75% nel Lazio, il 73% in Lombardia, il 70% in Veneto, il 69% nelle Marche e in Puglia, il 68% in Basilicata, il 66% in Campania, quasi il 62% in Calabria.
L’Irpef pesa invece per il 20,8% in Calabria, 20,5% in Piemonte, il 18% in Campania, ma il 13% in Puglia e Basilicata.
In valori assoluti, negli anni 2008-2010, in media, ogni cittadino italiano ha dunque versato 914 euro totali di tributi propri, di cui 642 euro di Irap e 143 di Irpef. Con forti differenze regionali: al Sud si oscilla tra i 706 euro abruzzesi (di cui 460 di Irap e 124 di Irpef) e i 500 calabresi (310 di Irap e 104 di Irpef).
Contribuenti più vessati nel Lazio (1.287 euro, di cui 969 di Irap e 187 di Irpef), Lombardia (1.189 euro, di cui 871 di Irap e 177 di Irpef), ed Emilia Romagna (1.035 euro, di cui 705 di Irap e 187 di Irpef). In base ad elaborazioni Svimez, la spesa sanitaria regionale pro capite si attesta su valori compresi tra i 1.967 euro del Lazio e i 1.532 euro della Calabria. Tra le regioni meridionali il Molise destina più risorse, 1.809 euro e 4 centesimi, circa 2 euro in meno dell’Emilia Romagna, seguite dalla Campania (1.767,2 euro), da Basilicata e Abruzzo (1.677 euro), dalla Puglia (1.575 euro). Nel Centro Nord dopo il Lazio è la Liguria a destinare più risorse, (1.932), seguita da Emilia Romagna (1.810 euro) e Piemonte (1.787 euro).
In alcune regioni del Sud, come la Calabria, l’insieme delle entrate disponibili non assicura, si legge nel Rapporto dedicato proprio alla Regione Calabria, il finanziamento integrale del servizio, come stabilisce la Costituzione.
A questo punto non ci resta che… pagare, finchè ce n’è!?

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