Al governo per gestire il potere.

di Angelo D’Amore. Il Paese affonda e il nuovo Governo non trova niente di meglio che discutere circa l’eliminazione dell’Imu. Sembra di stare ancora in campagna elettorale con promesse create di getto, senza capire se ciò che si dice può essere realmente mantenuto. Pare che almeno la rata di giugno sia congelata, poi si vedrà. Il Paese necessiterebbe di riforme di ampio respiro, specie nel mondo del lavoro, per rilanciare l’intero comparto, sia in chiave occupazionale che di detassazione per le imprese. Ma qui occorrerebbe una riforma di sistema, di mentalità, quindi meglio occuparsi di tasse sulla prima casa, argomento più da bar. In una fase storica così delicata, un governo di larghe intese, nella confusa tipicità italiana, si trasformerà nel breve, in un’ accozzaglia politica sterile e senza coraggio, con l’unico obiettivo non troppo nascosto, del tirare a campare. In molti contavano i giorni di mancanza di un governo, adesso nessuno conta i giorni che con il governo insediato, nessuna legge viene varata per risollevare le sorti di questo Paese. Tra bisticci per la nomina dei sottosegretari e le solite polemiche sui vari processi in cui è coinvolto Berlusconi, il tempo passa e nulla viene fatto per noi cittadini. Sembra un film già visto, il solito carrozzone macchinoso, la già sperimentata ammucchiata di potere, dove ognuno pensa a mantenere vegeto il proprio orticello, argomentando con le solite frasi di circostanza, le solite promesso di impegno e responsabilità. Da qualche giorno se ne è andato Giulio Andreotti, massima espressione politica della Prima Repubblica. Con lui se ne vanno per sempre tanti misteri, svariati segreti, su cui mai sapremo. Resta però lo stesso clima associativo-clientelare che caratterizzò il lungo periodo della stagione penta-partitica, dove si posero le basi dell’attuale sfacelo. Come diceva Andreotti, il potere logora chi non ce l’ha. Quindi, meglio spartirselo anche se in parti più piccole…

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