Al di là di simpatie o antipatie, io da napoletano e da chimico approvo la linea di Salvini sui termovalorizzatori. di  Antonello Laiso

di  Antonello Laiso. Un atavico problema, quello dei rifiuti, quel problema mai risolto definitivamente per una città per una Regione come quella della Campania di parecchi milioni di abitanti e di altrettanto parecchie centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti che purtroppo da sempre si è costretti a trasferire tramite camion e spesso in lunghi viaggi anche in nave presso o altre zone d’Italia o all’estero affinchè vengano inceneriti
Ma allora ci si chiederà, perché tanta difficoltà se si trasferiscono ed a caro carissimo prezzo i rifiuti presso una qualunque zona dove questi possono venire bruciati previo trattamento di preparazione, non costruire nella Regione quei termovalorizzatori utili oltre quello unico presente ovvero quello di Acerra?
In effetti tali progetti erano in un primo momento, qualche anno fa, in sintonia con quella logica, ma poi resistenze, e costi a parte di un tale impianto che dovrebbe essere gestito da privati e costruito con fondi dello stato almeno in parte hanno fatto il resto.
Allora al di là di simpatie o antipatie politiche la proposta del Ministro Salvini va in quella giusta direzione? Come logica sembra di sì, cercando di analizzare eventuali contrasti a eventuale costruzione di questi, su questa terra dei fuochi, tra trasporti di quella munnezza e pagamento per farla incenerire, diciamo che in un anno o poco piu’ avrebbe realizzato quella spesa ingente per la costruzione di un termovalorizzatore.
Molto spesso abbiamo visto l’infiltrazione nel ciclo dei rifiuti attuale di organizzazioni camorristiche nate ad hoc per un businnes che nella nostra Regione non ha uguali in nessuna parte d’Italia. Tali organizzazioni ampiamente contrastate da quelle forze dell’ordine certamente non hanno interesse a quella costruzione di termovalorizzatori.
La costruzione quindi di eventuali termovalorizzatori, oltre alla funzione principale di cui ben siamo a conoscenza quale sia porrebbe fine a tutto quell’interessamento ovvero trasporto, discariche, ed altro che sono vettori principali di guadagno per quelle organizzazioni.
Ma non solo, ricordiamo che in tutte le città d’Europa i termovalorizzatori sono realtà finanche nel centro di Vienna ed a Berlino. Anche in regioni del nord Italia sono realtà.
Allora da dove proviene quella convinzione di nocività?
Da studi fatti tempo fa del CNR ISAFOM nel territorio di Acerra dove è presente un termovalorizzatore si giunti al risultato che la maggiore fonte d’inquinamento sono le auto, ovvero il traffico, le emissioni del termovalorizzatore sono ampiamente sotto i limiti di legge. Un termovalorizzatore moderno inquina molto, ma molto meno di qualche decina di camion non revisionati che spesso sputano quel fumo nero insopportabile tra le strade. Si parla di nanoparticelle che sono così piccole da non essere trattenute da quei particolari e moderni filtri antinquinanti,ma siamo ben al di sotto di quei limiti di legge per la qualità dell’aria.
Importanti, invece dall’indagine di cui sopra sono risultate le emissioni da riscaldamento nel porto di Napoli e di alcune industrie.
Quindi in quella cittadina ovvero Acerra dove è presente da anni quel termovalorizzatore non si pone alcun problema di quella qualità dell’aria, e non sono di certo quelle emissioni di quello che viene visto come un demone ad alterare questa, mentre quello vero sono le discariche antigieniche nella Regione vero catalizzatore di inquinamento.
Ricordiamo che un termovalorizzatore, come dice la parola, porta, oltre alla funzione primaria di incenerimento a temperatura altissime c. 1000 gradi di quei rifiuti, ad un recupero di quell’energia spesa per il suo funzionamento, energia che viene riciclata, ovvero riutilizzata  sotto varie forme. Ovvero potrebbe essere venduta o riutilizzata nella stessa regione.
Ma allora, da Napoletano oltre che da tecnico chimico industriale perchè tanta reticenza?

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