Aiuti agli stranieri senza dimenticare gli italiani in difficoltà.

di Grazia Nonis. Eccolo lì, fuori dal supermercato, il banchetto della colletta alimentare per i più bisognosi. Leggo il cartellone: “Solidarietà Nazionale” – Aiutiamo centinaia di famiglie italiane in difficoltà. M’incuriosisce quel “famiglie italiane”. Mi avvicino e chiedo spiegazioni a Samantha, responsabile della sede di Magenta: Solidarietà Nazionale è una Onlus, associazione benefica di raccolta e distribuzione di generi di prima necessità solo agli italiani. Un aiuto per alleviare le gravi difficoltà economiche di questi ultimi anni poiché la recessione, la crisi e la disoccupazione hanno formato un esercito di nuovi poveri. I “nostri”.
Samantha mi spiega che la Caritas, la San Vincenzo e altre Onlus aiutano i bisognosi in genere. Troppo spesso, però, queste associazioni prediligono e coccolano più gli stranieri degli italiani. Anzi, pensano che il Guinness dei primati della povertà spetti esclusivamente a loro. O forse, semplicemente, si adeguano al pensiero universale dettato dagli stolti “filosofi buonisti e illuminati” che così predicano:“Sì, ci sono italiani poveri, ma quelli che arrivano da lontano lo sono di più”. Niente di più falso.
Samantha mi conferma che gli aiuti maggiori vengono dati agli stranieri. Non è una frase fatta ed abusata, ma una certezza. Lei può dirlo, tocca con mano queste realtà ogni giorno. Vede le differenze, le preferenze, le ingiustizie. Una su tutte: l’assegnazione delle case popolari. Basta scorrere le graduatorie per notare che il Signor Rossi non abita più qui, scalzato dagli Aamer, Attal, Abaid, Aba Hassan.
Mentre parliamo vedo una signora anziana avvicinarsi a due volontari. Ha lo sguardo basso, la testa china. Raccoglie un volantino, non chiede nulla e s’allontana velocemente. C’è chi contatta l’associazione di persona, al banchetto. Si avvicina, bisbiglia il suo nome e lascia un recapito.
Altri preferiscono telefonare, così possono nascondere la vergogna dietro la cornetta del telefono. I volontari di S.N., però, non si limitano a consegnare gli alimenti a chi li richiede. Vanno a far visita alle famiglie e valutano il loro reale stato di necessità. Samantha si commuove. Racconta di situazioni pesanti e mal gestite da parte di chi dovrebbe aiutare queste persone e non lo fa: pensionati che si vedono decurtare la pensione minima; invalidi al 100% ai quali viene abbassato il punteggio, senza una motivazione logica.
Tradotto, il taglio alla spesa fa miracoli, magie e guarigioni. Neanche fosse passato Gesù Cristo con argilla e sputo. Come quella signora che nell’hit parade delle invalidità è scesa dal 100 all’80% : la Commissione l’ha ritenuta abile al lavoro solo perché ha due mani che funzionano. Poche storie, e che si trovi un lavoro da seduta!
A chi frega se cammina con difficoltà e non può rapportarsi col pubblico perché parla a fatica, grazie o “sgrazie” ad una piorrea devastante. Dovremmo forse suggerirle di amputarsi un piede, o forse entrambi, per aver diritto a ciò che per diritto era già suo e le è stato tolto? E così, Samantha e gli altri volontari bussano alle porte di quegli italiani che hanno il frigorifero vuoto, il termosifone spento e la vergogna stampata in faccia. Disagio e imbarazzo per essere costretti a chiedere aiuto. Bollati perché di peso alla società …dopo aver lavorato tutta una vita. Non più necessari o non più abili al lavoro: invalidi non riconosciuti tali perché, ahimè, respirano ancora; disoccupati in cerca del lavoro che non c’è, e pensionati con la minima che non basta nemmeno per pagare l’affitto.
I nuovi poveri aprono la porta alle varie Samantha che portano pasta, biscotti e speranza. Ringraziano, rossi in viso, a disagio per quell’aiuto che non vorrebbero avere ma che sono costretti ad accettare. Samantha se ne va. Loro corrono alla finestra, la seguono con gli occhi, mentre sbirciano la via e pregano che nessuno abbia visto, abbia capito. Non vogliono compassione e sono stanchi di provare vergogna per una colpa che non è loro.
Un grazie di cuore a questi angeli di Solidarietà Nazionale. Quando vedrete il loro banchetto davanti al supermercato, per favore, non fate finta di non vedere. Non siate scettici, fidatevi. Io dico NO a chi chiede l’elemosina. Dico SI’ alla raccolta di generi alimentari. Aiutiamoli ad aiutare chi è in difficoltà.

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