Addio ai furbetti del cartellino, arrivano i controlli biometrici. Ma non basta, serve altro!

di Redazione. Saranno tempi duri per i ‘furbetti del cartellino’! Infatti, con l’approvazione in via definitiva del Ddl concretezza, la Pubblica Amministrazione avrà nuovi e preziosi strumenti anche per garantire i migliori servizi per cittadini e imprese.

Con i controlli biometrici, infatti, dovrebbe essere debellata, una volta per tutte, la vergognosa piaga dell’assenteismo, ovvero di coloro che risultano presenti in ufficio, ma solo virtualmente, mentre in realtà se ne stanno tranquillamente fuori per i fatti loro.

Costoro truffano non solo lo Stato, ma anche i loro colleghi, che devono farsi carico non solo delle proprie pratiche, ma anche di quelle dell’assenteista, e soprattutto i cittadini che sono i loro reali datori di lavoro con le tasse che versano all’erario per pagargli lo stipendio.

Pertanto la videosorveglianza e la rilevazione delle impronte digitali contro le false attestazioni della presenza in ufficio rappresentano una misura necessaria ed indispensabile, soprattutto laddove chi preposto ai controlli, ovvero la dirigenza, chiudeva tutti e due gli occhi di fronte all’assenteismo. 

Quindi benissimo i controlli, ma controlli ‘veri’ e per ‘tutti’, senza eccezioni ed esenzioni particolari. Il controllo deve riguardare tutti gli impiegati pubblici, dall’usciere al Direttore generale!

Ma questo è solo il primo passo, al quale – se si vuole realmente far funzionare lo Stato – dovranno seguire altri provvedimenti, quali:

  • la redistribuzione del personale laddove necessario, con la soppressione dei cosiddetti ‘posti funzione’, ovvero ‘uffici inutili’, ma  funzionali solo a garantire poltrone dirigenziali e altrettanti servizi inutili se non  addirittura inesistenti per i cittadini, con a ‘Capo’ un alto dirigente e due dipendenti.
    Quindi non basta assicurare la sola presenza in ufficio dei travet, ma verificare anche la mole, la qualità, l’efficienza, l’efficacia del servizio reso alla collettività.
  • la retribuzione degli impiegati della P.A. deve essere commisurata al reale costo della vita con stipendi dignitosi.
    Vanno eliminate tutte le vergognose disparità di trattamento economico in essere non solo con i famigerati “stipendi d’oro” dei dipendenti di Camera, Senato, Quirinale, ecc, ecc, ma anche tra impiegati pubblici dello stesso Ufficio.
    Bisogna dire basta a tutte quelle situazioni economiche di privilegio che elargiscono compensi straordinari: eccessivamente ed ingiustificatamente elevati.
    Bisogna dire basta a tutti coloro che intascano “stipendi d’oro” solo per il fatto di “stare vicino al fuoco”!
    A parità di requisiti –  anzianità di servizio, qualifica, titolo di studio –  deve corrispondere il medesimo stipendio per tutti i dipendenti pubblici, sia che prestino il loro servizio per il Presidente della Repubblica, sia per un qualsiasi Dirigente della P.A.

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