Ad un operaio italiano non bastano due secoli per guadagnare lo stipendio di un Top manager!

Adriano Olivetti, imprenditore illuminato, sosteneva che il dirigente più pagato di qualunque azienda doveva guadagnare al massimo dieci volte il salario minimo praticato nella stessa azienda all’ultimo degli operai. Oggi, invece, la sproporzione tra top manager e dipendente è a dir poco sconcertante. Devastante. Inarrivabile. Ingiustificata e ingiustificabile. In una sola parola: IMMORALE!
Al giorno d’oggi un top manager guadagna quanto mille dei suoi operai messi insieme. Per esempio, un lavoratore dell’edilizia, per eguagliare gli emolumenti percepiti l’anno scorso da Carlo Pesenti, amministratore delegato e direttore generale di Ital-Immobiliare, dovrebbe lavorare fino al 2270, un dipendente di Prada, se riuscisse a vivere quattro secoli, potrebbe raggiungere nel 2.446 la cifra incassata nel 2015 dall’amministratore delegato, Patrizio Bertelli e un operaio della Fiat dovrebbe lavorare due secoli per guadagnare lo stipendio di Marchionne! Accumulano patrimoni che sarebbero autonomamente sufficienti a risanare il bilancio pubblico dell’intero Paese, costruire il Ponte sullo Stretto e creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ma Adriano Olivetti, era un imprenditore illuminato. Per contro, Matteo Renzi si vanta dell’unico risultato raggiunto dal suo governo: avere affamato milioni di lavoratori e cancellato il ceto medio in un solo colpo! E lo pubblicizza con una brochure dove si invitano gli imprenditori internazionali ad investire in Italia perché qui da noi ci sono gli stipendi più bassi d’Europa: “Un ingegnere – spiega la brochure – in Italia guadagna mediamente in un anno 38.500 euro, mentre in altri Paesi lo stesso profilo ha una retribuzione media di 48.500 euro l’anno”. Venite in Italia, dunque, troverete manodopera a basso costo. Molto meno cara che in Francia o in Germania. E poco importa che in Italia il costo della vita non sia inferiore a quello dei citati paesi europei e che gli italiani siano soggetti ad una tassazione senza eguali nel Vecchio continente! Il fatto che addirittura per un governo la diseguaglianza retributiva sia un elemento di attrazione degli investimenti nel Paese, fa capire bene a che punto siamo arrivati: neppure alla frutta, perché si sono mangiata pure quella, ma nel fondo del baratro!

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