Acqua alta a Venezia, tutto il mondo ne parla.

di Redazione. Venezia rischia di diventare la cartolina di un’Italia che affonda. Affonda nell’acqua alta e nella politica bassa! E come spesso accade nel Belpaese si corre a chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati via! La domanda infatti è:  che fine ha fatto il Mose, la grande opera che dovrebbe salvaguardare la città e la laguna dalle alte maree? Dopo l’allungamento dei tempi per la costruzione – causa lo scandalo legato alle tangenti – ad ottobre si è avuto un nuovo stop alla fase di test delle paratoie per problemi tecnici, che hanno ulteriormente rimandato l’inaugurazione dell’opera a data da destinarsi.

Intanto Venezia continua ad affondare. La situazione è resa più drammatica dalla piena di questa notte e tutto il mondo ne parla.

Infatti, la notizia dell’acqua alta da record a Venezia è rimbalzata in fretta sui media di tutto il mondo. “Inondazioni a Venezia, il cambiamento climatico dietro alla marea più alta degli ultimi 50 anni” titola in apertura il sito della Bbc, citando le parole del sindaco Luigi Brugnaro che parla di un evento destinato a lasciare “segni indelebili” sulla città. Anche la Cnn dà risalto alla “peggiore acqua alta degli ultimi 50 anni”, registrando le vittime e la richiesta dello stato di emergenza per la città, mentre un gran numero di media internazionali esprime preoccupazione per il destino dell’immenso patrimonio storico e artistico che la città custodisce.

“Venezia colpita da una storica acqua alta, preoccupazione per mosaici e opere d’arte”, scrive Fox news. L’inglese Sun, parla di situazione “apocalittica”, e si chiede se Venezia non stia progressivamente affondando. Moltissime le foto e i video che documentano queste ore sui mezzi di comunicazione di tutto il mondo, e i commenti sui social. “E’ triste vedere di nuovo Venezia sott’acqua” scrive un giornalista di Skynews, Mark Stone, “un caso di cattiva gestione cronica” analizzato in un loro servizio di qualche tempo fa. L’emittente sudcoreana Arirang parla di “siti turistici inondati”, il New York Post mette in evidenza attraverso una serie di foto gli stratagemmi dei residenti per difendersi dall’acqua e far sì, in qualche modo, che la vita vada avanti. “Venezia colpita dalla peggiore acqua alta dagli anni ’60” sottolinea il Guardian. E anche il grido d’allarme del sindaco Brugnaro ha raggiunto, con le notizie, ogni angolo del pianeta.

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2 Responses

  1. Venezia è anche un sogno, di quelli che puoi comperare, però non ti puoi risvegliare con l’acqua alla gola, e un dolore a livello del mare. Caro Guccini, ai tempi di Napoleone, il Mose, l’avrebbero fatto in un anno, a dir tanto. Pensate a quando è stato realizzato il canale di Suez, o le bonifiche nei nostri territori. Possibile che con le tecnologie di oggi i lavori pubblici procedano a ritmo di lumaca? Siamo tornati al Medioevo (a san Tommaso, per intenderci), con la differenza che allora c’era una borghesia urbana in grado di reagire (seguì, infatti, il Rinascimento).

    La prospettiva è la decrescita infelice. Inerzia. Estensori di comunicati ufficiali.
    Dire che non si sapeva come sarebbe andata a finire è una panzana picchiatella. Ieri commentavamo, qui, l’assurdità delle lungaggini del Mose che poteva riparare dai danni la laguna. Succedono i disastri. Aiuto, aiuto. Politici seduti nei talk invece di lavorare. Fare, faremo. Si ricade nel pantano. Finora l’unico slancio degno di nota è il nuovo ponte di Genova. Perché si è centralizzato le decisioni e sfoltito le pratiche. La regola. Ferrea. Per non vedere gli spettacoli indecorosi della gente nei container con la muffa, nei paesi del terremoto. Vanno, salutano, le alte cariche, precisi, senza sgarrare, ma che spostino di un millimetro l’ordine dei lavori, rendendoli rapidi, è una mesta illusione.

    A Venezia il Governo ha inviato gli ispettori dei Beni Culturali invece del Genio Militare e della Protezione Civile. Giorni prima della piena. Non si risolve alcunché, in un paese che cade a pezzi, senza leggi speciali. Eccezionali. La protezione civile va riscritta, potenziata, con super poteri che si coordinano direttamente con i ministeri di Infrastrutture e Difesa. Responsabili leader, visibili che se sbagliano, non rispettano i tempi si segano senza pietà. La vigilanza spetta al Parlamento. A una commissione permanente h24 che dispone e provvede. Non possiamo più permetterci la retorica dei giorni tristi, dispensatori di lune nere ovunque.

  2. g. pedullà ha detto:

    Il governatore Luca Zaia è furente perché non ha idea di dove siano i sei miliardi spesi per il Mose. Forse è andato in Regione quanto Matteo Salvini al Viminale per non sapere che una parte di quei soldi è stata sprecata e l’altra direttamente rubata. Di tutto questo ovviamente non è solo colpa della Lega e del Centrodestra che da decenni governano con grande apprezzamento popolare il Veneto.

    Il Mose, l’avveniristico sistema per non fare affondare Venezia, è stato spinto dalla politica di tutti i colori, dal Pd a Forza Italia e al Carroccio, così come secondo le indagini si arrivò a usare proprio i colori per distinguere una dall’altra le numerosissime tangenti versate per l’opera. Su quei fatti, il doge degli anni d’oro di Berlusconi premier, Giancarlo Galan, è stato condannato per corruzione e di tanto in tanto nelle cronache leggiamo di qualche milione che salta fuori all’estero o nelle proprietà accaparrate a quei tempi.

    Senza mettere oltre il dito nella piaga, o immaginare di cosa avrebbe straparlato la propaganda leghista se il sindaco di Venezia fosse stato Virginia Raggi, la città sommersa come mai nella sua storia ci riporta al valore della legalità e del rispetto del denaro pubblico. Ieri su questo giornale segnalavamo che solo in Lombardia la Lega conta 52 esponenti con guai giudiziari, e non teniamo più il conto su quelli di Forza Italia.

    Nonostante sia chiaro che i soldi fatti sparire dalla corruzione sono sottratti alle opere, e quindi a tutti noi, la questione morale è un tema che interessa poco gli elettori del Centrodestra, che paradossalmente a ogni scandalo aumentano. Anzi, solo a porre il tema, lo zoccolo duro della Lega prima nega l’evidenza e poi fa spallucce perché nulla è più importante di mandare a casa i Cinque Stelle e le sinistre, gente che ha in testa solo “tasse, manette e sbarchi”, come ripete incessantemente la retorica salviniana.

    Campagna elettorale a parte, quello che fa la differenza tra fare sul serio i nostri interessi e lasciarsi invece trascinare in una fideistica tifoseria politica sta nel pretendere rispetto per la cosa pubblica, cioè anche del nostro denaro, sottraendolo a chi ha rubato ieri, oggi e non si capisce perché non dovrebbe continuare a fare lo stesso anche domani.

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