Pontida. Bossi e Salvini mettono una pietra tombale sulla “Lega d’Italia”.

Una volta c’erano le camicie verdi e i folcloristici lumbard mascherati da vichinghi con le lunghe corna piantate in testa. Una volta c’era la Lega di Bossi che celebrava il rito dell’ampolla, con l’acqua del Po che, dal Monviso, veniva portata a Venezia e poi versata in Laguna. Oggi quel che resta della Lega è la kermesse di Pontida posticipata di qualche mese, da giugno a settembre, con un vecchio leader decaduto,
più che per gli scandali, per una visione sbagliata dell’Italia che secondo lui doveva essere divisa in due e che non ha funzionato, ma che dal palco di Pontida continua ad incitare i “padani” con la “secessione”: “La Lega – scandisce il Senatur – non potrà mai essere un partito nazionale: e l’obiettivo deve rimanere la secessione della Padania”. C’è il giovane leader, l’altro Matteo, Salvini, che lo ha sostituito, che arringa i presenti: “Mai servi, neanche di Berlusconi. Voglio cambiare il paese ma come voglio io, voglio accordi scritti con il sangue. Prima ci liberiamo dall’Europa dei massoni e delle banche, poi ognuno decide come fare”. E poi? Niente di più! Niente di meglio che un gazebo dove sono in vendita le t-shirt critiche nei confronti di Papa Bergoglio, che mostrano il volto di Papa Francesco con la scritta “il mio Papa è Benedetto”. “Benedetto aveva le idee chiare sull’Islam – spiega Salvini – chi fa entrare l’imam in chiesa non mi piace”. Insomma, chi si aspettava una Lega “diversa” che volasse alto, che cambiasse passo, che si aprisse a tutti gli italiani proponendosi come “Lega d’Italia” è rimasto profondamente deluso. Ma se continua così, se non cambia, se non fa il salto di qualità, se resta solo al Nord, la Lega non ha nessuna possibilità di crescita. E’ condannata a rimanere nelle posizioni in cui i sondaggi la collocano ormai da tempo: nè carne, nè pesce! Se solo il segretario leghista riuscisse a mettere da parte qualche felpa di troppo, a fare un salto fuori dai suoi soliti cliché, per prendere a cuore gli interessi della nazione potrebbe ambire a diventare quello che al momento nessuno immagina. Forse Pontida non era nè la situazione, nè il momento giusto per farlo, ma bisogna fare presto, prima che il disastro al quale assistiamo non diventi irreversibile.

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