A chi giovano le privatizzazioni?

di Maria Pia Caporuscio. Governare un Paese non è cosa facile ma avere dei governanti, capaci e onesti è ancora più difficile. Da sempre gli errori della classe dirigente vengono addebitati alla popolazione colpevole di aver votato le persone sbagliate. Purtroppo la scelta del menu non lo stabilisce la popolazione in quanto al popolo viene data solo l’opportunità di mangiare quella minestra o restare digiuno. Non c’è mai stato un governo che abbia ammesso i propri errori, ma tutti appassionatamente uniti nella medesima “fabbrica”, si sono scrollati di dosso ogni responsabilità. In questa fabbrica purtroppo convive gente che non sempre è all’altezza del compito.
Si aggirano in quelle stanze migliaia di individui di ogni sorta e proprio come in un pollaio, dove ci sono troppi galli a cantare, non si farà mai giorno. Dettano leggi che nessuno studia veramente per vedere cosa provocano sulla popolazione e dove esattamente portano. Ma la cosa più tragica è quando pur vedendo i guai da queste leggi provocati, si stenta a cancellarle o modificarle. Sono tutti lì a svolgere i compitini quasi si trattasse di un tema in classe e non di qualcosa di terribilmente grave, che potrebbe devastare la vita di milioni di persone. Si passa il tempo a presentare migliaia di disegni di legge che finiscono per complicare il normale funzionamento delle cose. Leggi e controleggi che intasano la giustizia, le amministrazioni e la vita stessa dei cittadini. E questo è uno dei più grossi problemi che affliggono il nostro paese. Si propongono cambiamenti delle regole democratiche con una superficialità che rasenta la follia, quali la privatizzazione di beni pubblici per affidarli a privati, come non si sapesse che gli interessi privati, non sono mai funzionali al benessere della comunità, ma al profitto. Lo Stato non si prefigge lo scopo di lucro ma solo quello di provvedere ai bisogni della popolazione e dunque affidare questo compito ai privati, equivale a vendere i bisogni delle persone. Non ci vuole un genio per vedere come sono finite le grandi strutture statali come IRI-INA-IMI vendute ai private e disintegrate. Dunque i vantaggi di queste svendite favoriscono gli interessi privati di certi personaggi e finalità politiche e clientelari che prevalgono su quelle economiche. Oltretutto succede che i guadagni se li tengono i privati ma quando gli affari vanno male, alle perdite deve provvedere lo Stato, con elargizioni miliardarie. Questi soldi vengono tolti ai cittadini e regalati alle banche, alle scuole private, alle grosse aziende. Le giustificazioni per questa che è una depredazione dello Stato, sono sempre le stesse: se il privato fallisce perdono il lavoro migliaia di lavoratori. Un ricatto immorale visto che molto spesso, gli industriali dopo aver incassato miliardi, chiudono ugualmente l’impresa, gettando senza scrupoli, i lavoratori sul lastrico. Un governo intelligente e onesto farebbe l’esatto contrario delle privatizzazioni, quando deve intervenire lo Stato per saldare i debiti dei privati, dovrebbe automaticamente statalizzare l’impresa, non concedere miliardi a fondo perduto a dei veri e propri cannibali. Troppo comodo questo sistema dove gli utili sono privati e i debiti diventano pubblici. Per questo è di vitale importanza che alla guida di un paese ci sia gente capace onesta e al di sopra di ogni sospetto. Sarebbe necessario che fosse il popolo a scegliere i nomi su chi affidare la direzione della propria nazione e questo potrebbe essere fatto con un referendum pre-elettorale, dove la società civile compila una lista dei nomi più prestigiosi a cui affidare la direzione del proprio paese.

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